Åre - Dal podio del superG a quello della combinata iridata sparisce una sola bandiera, un solo Paese e purtroppo sono il tricolore e l’Italia. Viene in pratica meno il colore verde perché per il resto è un trionfo biancorossocrociato, Svizzera-Austria-Svizzera, come era difficile immaginarsi dopo la manche di discesa, vinta (e alla grande) dallo statunitense Bode Miller, meno difficile se non ci si limitava a leggere la classifica di Åre e si ripassavano i risultati dei sette slalom di coppa del mondo finora disputati. Sette gare e mai una volta l’americano non diciamo sul podio, ma nemmeno nei primi 10: o assente o out, kaputt, ko. Ieri la beffa: è rimasto in piedi, ma ha sciato così male tra i pali stretti, soprattutto nel tratto finale, da riuscire a perdere un oro che sembrava lì e un podio su cui ha sciato per buona parte della giornata.
Il suicidio sportivo di uno dei campioni più popolari e simpatici del circo bianco, da primo dopo la prova a cento all’ora, con margini pesanti su chi andrà poi a medaglia, a sesto e nulla più, farà la fortuna della Svizzera e dell’Austria perché a vincere sarà una sorpresa esattamente come martedì a stupire fu l’azzurro Staudacher, ieri 19°. Primo il rossocrociato Daniel Albrecht, 24 anni a maggio, soprattutto slalomista, mai nei primi 3 in coppa del mondo, ma, attenti attenti, quarto nella combinata dell’anno scorso alle Olimpiadi di Torino e campione del mondo già un’altra volta nell’abbinata discesa-slalom. Era il 2003 e si impose nei mondiali juniores. Divenuto maggiorenne (per le gare sia chiaro) ha concesso il bis. È anche un ragazzo simpatico, che non si fa tante menate mentali: «Mi piace il calcio, la musica rock e godermi la vita». Tanto che nei dati biografici sui computer della federscì mondiale ha fatto scrivere, alla voce hobby, «enjoying life». Bravo.
Alle sue spalle un redivivo Benny Raich, austriaco, 29 anni, reduce da una mediocre prima parte di stagione. Mediocre per lui, tre successi, due slalom e un gigante, è vero, ma bisogna anche tenere conto che nel 2005 a Bormio vinse 2 ori, combinata e slalom, un argento e un bronzo, e che nel 2006 ha collezionato gigante e slalom olimpici più coppa del mondo assoluta. Quando è sceso in slalom, era felice come un bambino. Splendido, elasticamente potente, ma pesava il distacco da Miller: 1’’60! Berthod gli scivolerà dietro di 16 centesimi (e sarà suo il bronzo), Albrecht gli passerà davanti di 8. Tra Berthod e Albrecht, i balbettii italiani, con Staudacher legnoso, 18°, e Fill (nella foto) poco aggressivo, 13°. Fill dirà di avere trovato una neve fredda e lenta in discesa, speriamo non sia un campanello d’allarme per la discesa di domani visto che ha detto di «avere avuto brutte sensazioni in una pista divenuta troppo facile».
L’epilogo di tutta una giornata con la prova di Miller. Bode resisterà alla meno peggio all’intermedio, troppo seduto per controllare il suo passo, per smarrirsi di porta in porta, sesto. Però è il favorito per domani. «Ci sarò anch’io», avviserà Fill.
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