Il commento La borghesia «precettata» non vuole caos

Moderati di tutta Milano unitevi! Letizia Moratti prima e Roberto Formigoni poi lanciano questo appello in vista del ballottaggio sapendo che il loro voto (dei moderati) deciderà le sorti dell’amministrazione comunale di Milano. Mettiamo che sia vero, e verosimilmente è proprio così.
Su cosa verranno chiamati all’unione i moderati milanesi in questi quindici giorni che ci separano dalle votazioni per il ballottaggio? Marx e Engels nel loro Manifesto chiamarono gli operai di tutto il modo a unirsi per riscattare la loro posizione sociale. Qual è il contenuto per il quale verrà chiesto il voto ai moderati di Milano?
Poniamoci la domanda in modo diverso: cosa vuole un moderato? Certamente non vuole una palude, non è un soggetto che si appassiona all’immobilismo, non è un soggetto che indietreggia di fronte alla novità. Ciò che sicuramente non vuole è il caos, la confusione, le cose raffazzonate e stupidamente furbe. Il moderato non vuole la violenza, neanche quella verbale perché - generalmente - preferisce discutere in modo tollerante e comprensibile. Non vuole la lite continua che porta sempre all’inconcludenza. Ama viceversa progetti chiari e trasparenti. In sostanza non ama né il nuovo né il vecchio ma quello che fa vivere bene senza troppi privilegi per i ricchi, senza troppe diseguaglianze a sfavore dei più poveri. Potremmo dire che il moderato ama sognare le cose possibili.
Se questi sono alcuni tratti che caratterizzano una donna o un uomo moderati, allora questi quindici giorni che ci sono davanti devono essere spesi per convincere questo tipo di cittadini. Come si convince un moderato? Certamente non con gli urli e con gli strepiti. Certamente non solo parlando male degli avversari. Forse spiegando in modo convincente quali sono le ragioni per le quali viene chiesto il voto e quali sono le ragioni per le quali si consiglia di non votare gli altri.
È difficile fare questo? È difficile spiegare che Letizia Moratti, oltre all’Expo, continuerà a fare molte delle cose buone che ha già fatto? È difficile far capire che il Pgt (Piano di governo del territorio) è uno strumento che consentirà di far sviluppare le periferie e farle diventare città al pari delle altre zone della città? È difficile spiegare il forte impegno che verrà proseguito per le fasce sociali più deboli? E, d’altra parte, è così difficile (senza andare a pescare nel passato di Pisapia) spiegare che nel suo futuro, se fosse eletto, si troverebbe esattamente nella stessa condizione di Romano Prodi tra il 2006 e il 2008? È difficile andare in giro per Milano e leggere brani del programma di Pisapia e improvvisare dei micro-concorsi per vedere se qualche cittadino ci capisce qualcosa?
Ovviamente sono tutte domande cui possiamo rispondere che si può fare, non è così difficile farlo. Certo, ci vuole chi lo faccia, e qui l’asino non deve cadere, questa volta deve rimanere in piedi. Occorre che alcune figure credibili testimonino in questi giorni, in giro per Milano, la validità del programma di Letizia Moratti e la vacuità del programma di Giuliano Pisapia. Se molti di coloro che hanno votato per Pisapia lo hanno fatto perché non hanno capito nulla di quello che è stato fatto dal centrodestra, allora bisogna spiegarsi, ma chi lo fa deve essere credibile. Non ci vogliono i berluschini e le berluschine che ripetono peggio di un pappagallo la lezioncina, che spesso non sanno di che parlano e che negli ultimi anni hanno impiegato un buon quarto d’ora per spiegare e approfondire. Ci vogliono le Gelmini, i Lupi, i Casero, i Corsaro. Ci vorrebbe Albertini che desse una mano alla Moratti. Io, fossi nella Moratti, gli chiederei una mano perché a Milano l’ex sindaco Gabriele sposta ancora voti.


C’è una speranza che alla borghesia milanese, che al primo turno ha votato Pisapia, succeda quel che succede ai neonati quando fanno il ruttino e poi prendono paura perché non s’aspettavano che aprendo la bocchina facessero tutto quel rumore. Ora la borghesia milanese il ruttino l’ha fatto. Speriamo che se ne sia resa conto, sentendo il rumore, e rinvenga. Comunque sarebbe utile aiutarla a rinvenire.

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