Il commento C’è aria di grazia...

(...) nel campo musicale, teatrale, fumettistico e cinematografico, cui Vittorio Sgarbi, quando era assessore alla cultura, ha perfino dato una specie di legittimazione. È sempre ferocemente schierato contro il centro-destra e (come si legge nel suo sito) «la politica reazionaria e retrograda portata avanti dal presidente del Consiglio Berlusconi e dai suoi ministri leghisti e fascisti», ma da qualche tempo non si è più reso responsabile di gravi atti di violenza. L’Associazione delle mamme antifasciste, una delle 6 che hanno sede nell’ex cartiera occupata di via Watteau, si adopera da tempo per una regolarizzazione e sembra che sia anche stato trovato un accordo di massima con la proprietà Cabassi per il pagamento di un affitto, che però necessita, per essere finalizzato di un atto urbanistico-amministrativo del Comune. Palazzo Marino è, in linea di massima, disponibile (anche se all’interno della Giunta esistono posizioni diverse), ma esige che, prima di essere inserito nel tessuto sociale della città, il Leoncavallo si metta in regola, ripudiando quell’uso della violenza cui ha fatto tante volte ricorso in passato e osservando le regole anche fiscali che vigono per i centri culturali. In altre parole, deve tagliare i ponti con una parte del suo passato, anche se potrà continuare a partecipare a tutte le campagne della sinistra estrema. Dalle parole del prefetto Lombardi sembra di capire che, finalmente, in via Watteau ci sentono da questo orecchio, ma - visti i precedenti - la cautela è d’obbligo.

L’obbiettivo delle istituzioni sembra essere quello di «neutralizzare» il Leoncavallo in vista di un autunno che potrebbe essere molto caldo, separandolo dalle strutture più radicali come il Vittoria e il Bulk: ma proprio per questo i responsabili di via Watteau, dopo avere evitato l’ennesimo sfratto in programma per il 22, potrebbero impuntarsi per non essere tacciati di «tradimento» dai compagni.

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