Divide et impera. Il concetto è noto, ma fino ad ora non si è riusciti ad applicarlo in Afghanistan. Da oggi invece si cambia: la conferenza di Londra, alla quale hanno partecipato una settantina di Paesi, lo ha confermato. Anche gli Stati Uniti, un tempo fautori della abituale «resa senza condizioni», si sono convertiti. Spinti in questo da comandanti militari illuminati come il generale Stanley McChrystal, che comanda le forze in Afghanistan, e il suo superiore, il generale David Petraeus, ma anche dalla constatazione che una diversa soluzione militare diversa non è e non sarà raggiungibile.
I talebani ufficialmente si dicono non interessati a trattare, fino a quando soldati stranieri resteranno in Afghanistan. In realtà i talebani non sono monolitici, trattano eccome, indirettamente, magari attraverso l'Arabia Saudita ed a livello locale accordi sono già stati raggiunti. Anche perché i talebani hanno subito perdite terrificanti.
Non si tratta affatto di "comprarsi" semplicemente il nemico, posto che ciò è sempre accaduto nella storia militare. Ma in questo caso si vuole convincere i talebani meno estremisti che è "conveniente" smettere di sparare o cambiare fronte. Cose del genere in Afghanistan sono normali, ma gli occidentali non sono riusciti ad approfittarne. Non in modo sistematico. Per farlo occorrono alcuni presupposti: si deve aumentare la pressione militare sul nemico, ma senza compiere stragi di innocenti, accettando quindi di correre più rischi, come prescrive McChrystal. Poi bisogna rendere credibili le forze di sicurezza afghane. A Londra si è confermato l'obiettivo di far crescere l'esercito afghano a 134.000 uomini entro ottobre 2010 e a 171.600 per ottobre 2011. A ottobre 2009 gli organici erano di 94.000 uomini. Stesso discorso per la polizia, che dagli 80.000 inefficienti uomini del 2009 passerà a 109.000 entro ottobre 2010 e a 134.000 uomini a ottobre 2011. Con 300.000 uomini decentemente addestrati ed equipaggiati la situazione potrà cambiare. Tanto più visto che lIsaf, la forza Nato, arriverà a 130.000 uomini (oggi 85.000), ai quali si aggiungono 30.000 americani di Enduring Freedom. Questi "muscoli" potrebbero bastare, anche se, appena il clima lo consentirà, in Afghanistan si tornerà a combattere, ancora più duramente che in passato. Soprattutto, bisogna passare dalle parole ai fatti, ai talebani che si "convertono" bisogna offrire sicurezza, una prospettiva, un lavoro, un ruolo.
Tutto questo si può realizzare se si evitano i giochetti e la corruzione che piagano il governo centrale, più che quelli locali.
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