Il commento Il fascino senza confini del delitto all’italiana

Il delitto piace. Caspita se piace. Il delitto italiano poi: è un bijoux. I giornali ci fanno paginate e la tv ci imbastisce un talk show dopo l'altro. Dove esperti a vario titolo, da cronisti di nera a magistrati, da vicini di casa delle vittime a criminologi in servizio permanente, espongono, correggono, discutono, insinuano, facendo quasi sempre più casino che chiarezza di fronte alle casalinghe inquiete. L'importante, lo sanno pure i sassi, è far lievitare gli ascolti. Ma anche il cinema non sta a guardare. E appena può si tuffa avidamente sugli omicidi che hanno fatto sensazione. Meglio se efferati.
Il cinema però, rispetto a giornali e tv ha un'evidente controindicazione: i tempi. Ora che si butta giù un copione, si trova un regista, si reclutano gli attori, i giorni e i mesi passano inesorabili. Col rischio, tutt'altro che remoto, che quell'omicidio, al momento dell'arrivo nelle sale, sia, con licenza parlando, ormai passato di cottura. Ecco perché fanno così gola i delitti italiani. Il merito, si fa per dire, è della nostra giustizia, talmente lenta a venire al dunque che qualsiasi assassinio resta caldo per anni e anni, per l'incommensurabile gioia dei cinematografari. Da qualche settimana circola sugli schermi, con ottimi risultati al botteghino, Vallanzasca - Gli angeli del male, con la seconda parte del titolo posta farisaicamente a equilibrare una biografia un po' troppo sbilanciata a favore di un manigoldo. Almeno in teoria.
Chi ha visto il film di Placido sa bene invece che il bel Renè ne esce alquanto malconcio. Adesso dagli Stati Uniti è annunciato un film sul delitto di Perugia, sì quello dove l'apparentemente dolcissima Amanda Knox è accusata di aver ucciso la coetanea Meredith Kercher, con l'aiuto del fidanzato Raffaele Sollecito. Tutto presunto, naturalmente, secondo il consueto linguaggio ultraguardingo dei telegiornali. Purtroppo l'unica cosa che non è presunta è la morte della povera ragazza. Morte orribile e quindi perfetta per farci un ù film. Americana la vittima, americana l'assassina, massì presunta. Quindi una storiaccia che ha fatto ingolosire i responsabili del canale televisivo «Life Time», pronti a mostrarlo stasera in anteprima mondiale sia negli Stati Uniti sia in Gran Bretagna. Gli avvocati fanno ricorso contro la messa in onda? Che goduria, un motivo in più per intorbidare le acque e far salire l'attesa. Tutto il mondo è paese. Forse che da noi non succederebbe lo stesso? A interpretare Amanda è stata chiamata la ventunenne Hayden Panettiere, bionda e piuttosto carina, indubbie origini italiane, tanti film nonostante la giovane età e pazienza se sono quasi tutti brutti. È già un idolo dei teenager, sostiene il suo corposo blog, ma di questi tempi non c'è starlette che non abbia dietro di sé un esercito di teorici ammiratori. Anche i genitori della povera ragazza uccisa protestano e, se ci fosse ben poco da scherzare su un argomento tragico, ci sarebbe da chiedersi se a far inorridire mamma Kercher non ci sia la scelta di affidare il suo ruolo a Marcia Gay Harden, eccellente attrice, recente Oscar, ma anche donna di una bruttezza rara. Staremo a vedere, come annuncia ogni sera dal suo Tg Enrico Mentana.

In attesa che dopo il Mostro di Firenze (ispiratore non troppo occulto di Il silenzio degli innocenti e altri delitti meno impegnativi il cinema, o la tv, si occupi anche di Novi Ligure, Cogne e via Poma. Davvero un bel Giro d'Italia.

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