Chi ha paura di Hugo Chavez, il superpresidente del Venezuela? In Sudamerica... tutti. Già, perché anche se in teoria Chavez sta comprando a più non posso armi di ogni tipo solo per difendersi da uneventuale aggressione imperialista americana, in realtà ha messo in allarme l'intero continente, scatenando una corsa agli armamenti. Il caso più eclatante è quello del Brasile. Fino a qualche tempo fa il Brasile di Lula da Silva era intenzionato a ridurre la spesa militare e aveva bloccato importanti programmi di ammodernamento, ad esempio quello relativo a un nuovo aereo da combattimento. I soldi risparmiati sarebbero stati impiegati a fini sociali.
Ma vedendo Chavez che ordinava in Russia aerei da combattimento, in Spagna navi da guerra, in Cina radar, poi elicotteri, presto sottomarini e ulteriori caccia in Russia e metteva nella lista della spese anche mezzi per la proiezione di potenza, come navi da assalto anfibio e aerei da trasporto a lungo raggio... il Brasile ha pensato bene di reagire. Sempre in clima di cordiale amicizia, come no.
Il bilancio della difesa brasiliano lo scorso anno ammontava a 18 miliardi di dollari, circa 3,6 miliardi dei quali dedicati all'acquisto di armamenti. Il bilancio per il 2009 prevedeva un aumento del 24%, con 5,6 miliardi dedicati ai sistemi d'arma. La crisi economica ha suggerito di tagliare queste spese, ma diversi grandi programmi proseguono e appena le condizioni economiche lo consentiranno gli stanziamenti torneranno a crescere. Il Brasile sta per scegliere un nuovo caccia, da acquistare in 36 esemplari, sta modernizzando gli aerei già in servizio, sta sviluppando un nuovo aereo da trasporto. Lula ha acquistato in fretta carri armati ex tedeschi, elicotteri da combattimento in Russia, sta facendo sviluppare nuovi mezzi blindati, compra elicotteri francesi e sempre da Parigi acquisterà 4 sottomarini e otterrà l'assistenza necessaria per realizzare in proprio sottomarini nucleari. E intanto potenzia la flotta.
Naturalmente se Brasile e Venezuela si armano, gli altri non stanno a guardare. A partire da Colombia e Perù. La Colombia sta anche valutando se ospitare nel proprio territorio gli aerei americani che attualmente operano dall'Ecuador in operazioni antinarcotraffico. In Perù è stata proposta una legge per destinare il 5% dei proventi delle attività minerarie ed estrattive all'ammodernamento delle forze armate. Solo l'economia frena l'Argentina, costretta a tagliare il bilancio della difesa del 20% mentre il Cile prosegue con un oculato piano di ammodernamento.
Insomma, le «mattane» di Chavez, che trova sponda nella Bolivia di Evo Morales stanno alterando gli equilibri militari e strategici nel continente e dirottano verso la spesa militare risorse che, specie con l'economia mondiale in recessione, potrebbero avere ben altri impieghi. Ma evidentemente nessuno si fida davvero di Chavez né di quale sia l'uso che intende fare delle sue nuove armi.
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