Il commento Qualcosa è cambiato?

F a piacere vedere che il Comune di Milano, qualche volta, si ricordi anche degli artisti nati e cresciuti in questa città. Il cortile di Palazzo Reale, certo, non è Palazzo Reale ma è sempre meglio di niente e di sicuro rende onore a un autore che in tutti questi anni si è distinto nella qualità della ricerca pittorica ottenendo riconoscimenti anche internazionali. Di lui si accorse anche Giovanni Testori che nel marzo del 1989 dedicò sulle pagine del Corriere della Sera un bell’articolo sulle sue «teste giacomettiane». I critici con la puzza sotto il naso lo hanno sempre definito «troppo pittore». «Troppo», per un sistema dell’arte contemporanea abituato a pendere dalle labbra delle gallerie modaiole sempre pronte a sfornare carne fresca da gettare nel frullatore del mercato.

Ecco un altro «peccato» di Papetti: appartenere a gallerie poco di tendenza e politicamente poco potenti. Una colpa che gli è costata anche la partecipazione alla Biennale di Venezia, pur essendo stato illuso in primavera dai suoi selezionatori. Avendo visto il Padiglione italiano, non avrebbe sfigurato. Anzi...

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