Commissario al cubo? Basta a tempo pieno

Presidente Podestà, le risulta che il Bie sia in allarme per ciò che accade ai vertici dell’Expo?
«Non so in che grado di allarme sia il Bie. Io sono in allarme, credo che veramente sia necessario prendere alcune decisioni che prima di tutto investono il governo e solo successivamente Regione Provincia e Comune. Siamo consapevoli che è necessaria una manovra straordinaria, ma è evidente che il governo deve confermare i propri impegni. E dovrà tenere in considerazione che il limite del 4 per cento per le spese gestionali è assolutamente non congruo e inadeguato a mettere in atto il dossier di candidatura».
Vuol dire che i soldi messi a disposizione dallo Stato non bastano?
«L’aveva giustamente già denunciato Lucio Stanca. La cifra totale che compete allo Stato è tra 600 e 700 milioni. Se di quella cifra solo il 4 per cento può essere utilizzato per la gestione, è impossibile organizzare l’Expo. Sono stato a Shanghai, ho parlato con gli organizzatori, è impossibile. A questo punto è necessario fare una legge che consenta di andare oltre il limite del 4 per cento».
Crede che ci sia disponibilità da parte del governo?
«Ho parlato con il ministro del Tesoro e stamattina (ieri per chi legge, ndr) con Gianni Letta ed entrambi sono molto allarmati, anche perché c’è il problema dei vincoli del patto di stabilità, che ci impediscono di spendere. Ma per gli eventi straordinari si fanno eccezioni e ciò ci porta a chiedere una legge speciale».
Una legge speciale vuol dire gestire l’evento da Roma?
«Non è un evento del Comune di Milano, ma un patto tra governi, preso da Prodi e confermato da Berlusconi. Oltre tutto, che gravi per il 60 per cento sugli enti, con la Camera di Commercio che in più vuole ridurre la partecipazione... il governo dovrebbe dare una maggior copertura».
Si discute molto della governance. Crede anche lei che sia la questione principale?
«La forma giuridica utilizzata di spa è inadatta giuridicamente all’Expo, perché questo tipo di società richiede versamenti di risorse tutti gli anni e solo al quinto il recupero delle risorse spese, mentre nella logica del codice civile bisogna tutte le volte ricostituire il capitale. Credo sia necessario passare da spa a Fondazione o Agenzia per l’Expo. Sono un architetto e lascio che altri trovino la soluzione giuridica adeguata».
Qual è a questo punto la priorità?
«Siamo in zona Cesarini ed è indispensabile che le persone che hanno l’incarico di costruire l’evento si rechino a Shanghai, si confrontino con chi ha tanta esperienza e si facciano aiutare a fare le scelte migliori e ad evitare errori. È meno importante continuare a discutere di governance: un sostituto si trova velocemente».
Come risolvere il problema delle aree?
«Per le aree, sto aspettando di capire qual è la proposta giuridica economica e finanziaria. Quando vedrò il documento preparato da Formigoni per il vertice di martedì, esprimerò opinione. La Provincia ha un bilancio pari a meno di un trentesimo della Regione e meno di un ottavo del Comune e ricordo l’eredità che ha lasciato Penati: 240 milioni di euro per le azioni di Gavio che ora mancano all’appello».
Ricorrere al comodato d’uso in cambio dei diritti edificatori per i proprietari delle aree è una buona soluzione?
«Mi era sembrata più interessante l’ipotesi di acquisto, però a certe condizioni, se poteva essere finanziata dal sistema. Se questo non fosse possibile giuridicamente o per ragioni di mercato, è evidente che è meglio il comodato d’uso. Se contro diritti di edificazione o contro una cifra non lo so. È la Regione che si è assunto l’onere di formulare una proposta».
Serve un grande capo dell’Expo a tempo pieno? Letizia Moratti è una soluzione?
«È indispensabile il tempo pieno. D’altra parte Stanca si era detto disponibile a dimettersi dopo la conferma del Bie a novembre. Forse non immaginiamo la complessità di un’operazione di questo tipo: l’ho verificato a Shanghai, forse non ce la immaginiamo.

L’ipotesi Moratti mi sembra una cosa irrealistica: non ho mai sentito il sindaco dire che non si ricandida».
La linea 4 della metropolitana si farà?
«Io dico di sì. Sicuramente. A Shanghai hanno fatto nove linee metropolitane in due anni e mezzo. Certo, la loro situazione è molto diversa...».

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