Consigliere Rai: «Bisogna ridiscutere i compensi di Antonella Clerici»

La vicenda del cachet di Antonella Clerici si fa spinosa. Antonio Verro, consigliere Rai, che per primo ha sollevato la questione, seguito a ruota dal collega Nino Rizzo Nervo, chiede che il contratto con la show girl venga ridiscusso. Con una nota alle agenzie ieri ha detto che sarebbe «lieto se, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, il consiglio di amministrazione valutasse la possibilità di approfondire l’argomento del compenso della conduttrice, anche attraverso un sua audizione, prendendo magari in analisi non solo il minimo garantito stabilito dalla Rai nel contratto ma anche l’intero ammontare percepito annualmente di fatto dalla conduttrice». In sostanza, il consigliere pensa che il milione e ottocento mila euro concordati (il contratto dovrebbe essere firmato nei prossimi giorni) siano già tanti per una presentatrice in questi tempi magri per l’azienda ma che la showgirl incassa molto di più. Il compenso pattuito comprende la conduzione di Ti lascio una canzone, importante programma di prima serata e della Prova del cuoco, trasmissione quotidiana del mattino. In aggiunta ci saranno le telepromozioni che (vale per tutti i conduttori) rendono moltissimo, le eventuali puntate in più dei programmi assegnati e i libri collegati alla trasmissione culinaria.
La Clerici riavrà da settembre la Prova del cuoco dopo che, a causa della maternità, era passata alla Isoardi. Ma, in compenso, al rientro dopo la nascita della figlia aveva ottenuto la conduzione di programmi ben più importanti: Sanremo, Ti lascio una canzone e Tutti pazzi per la tele. Ma il suo pallino era tornare tra i fornelli, ed è stata accontentata (non si può perdere uno show perché si diventa madri) anche se la Isoardi costava molto meno e gli ascolti non si erano abbassati tanto.
Sono queste le considerazioni che stanno facendo in questi giorni i consiglieri che parlano di «irriconoscenza». La questione si è fatta ancora più spinosa dopo le risposte date dalla conduttrice che ieri in una lettera al Corriere della sera ha scritto di sentirsi amareggiata per l’immagine distorta della sua persona e di trovare ingiuste le prese di posizione, soprattutto in considerazione del «risultato economico e di pubblico conseguito dalla Rai per il successo di Sanremo» da lei condotto. La Clerici ribadisce che il contratto in via di firma è lo stesso di tre anni fa. I consiglieri ribattono di non aver nulla di personale contro la presentatrice, ma che la stessa forse non si rende conto (dice Rizzo Nervo) del «momento difficile che la Rai sta affrontando, dovuto alla crisi dei ricavi pubblicitari e all’abnorme evasione del canone. Questa situazione determinerà per tutti (amministratori, dirigenti e dipendenti) sacrifici anche in termini economici. Credo che tutti coloro che dicono di riconoscersi nei valori del servizio pubblico debbano fare la loro parte».
Comunque, i due consiglieri e Giorgio Merlo della Vigilanza Rai propongono di allargare la questione a tutti i contratti delle star sostenendo che, seppure professionisti indispensabili all’azienda, devono tener conto che le reti generaliste vanno incontro a meno ascolti e meno incassi pubblicitari. Insomma si chiede di tagliare tutti i cachet.

Resteranno parole al vento, come è successo con il tentativo subito fallito da parte del Governo di calmierare gli stipendi dei dipendenti Rai? O come è successo per l’altra proposta rimasta campata in aria, di rendere pubblici i compensi di tutti i presentatori, magari mettendo le cifre nei titoli di coda?

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