«Consiglio comunale alla sera Solo così possiamo lavorare»

(...) Il problema è che si rischia di massacrare le ambizioni di molti che non potrebbero più permettersi di fare politica. «A parte pensionati, persone ricche o dipendenti di società pubbliche, per gli altri, per il lavoratore medio, partecipare al consiglio comunale diventa impossibile» osservano in molti.
L’assessore ai consigli di zona, Andrea Mascaretti, lancia una provocazione: «Sono d’accordo con i vertici del partito e con Mantovani che bisogna abbinare la politica alla professione, ma credo sia corretto che chi lavora abbia davvero la possibilità di farlo. Per questo propongo di convocare consiglio comunale e commissioni a partire dalle sette e mezza di sera e non alle quattro e mezza, come accade adesso. Così, chi ha un negozio e magari fa il commesso riesce a tirare giù la saracinesca e ad andare in consiglio. Oggi anche chi ha un’attività in proprio, come me, è penalizzato nella sua attività professionale. Gli orari pomeridiani di Palazzo Marino rendono la vita impossibile a coloro che vogliono fare il proprio lavoro».
Tognoli, ricordando le sedute notturne, usa il linguaggio del cuore: «A quei tempi la passione politica era maggiore. I primi consigli comunali, mi riferisco anche agli anni precedenti al fascismo, erano popolati da gente che aveva tempo solo la sera». Naturalmente non mancavano, come non sono mai mancati, i politici a tempo pieno, ma si trattava di poche figure: «C’erano dirigenti di partito ma anche gente comune. Come assessore prima e sindaco poi, le sedute me le sono sorbite tutte e presiedevo anche, perché allora il sindaco era eletto dal consiglio comunale».
L’attività era maggiore e più impegnativa. Riccardo De Corato, consigliere storico di Palazzo Marino, era in aula già nel 1985. L’idea di riunirsi più tardi non gli dispiace: «Sì, forse sarebbe meglio spostare l’orario di convocazione alla sera, anche se naturalmente è un’ipotesi da valutare bene. Molte cose sono cambiate». Viene da dire in peggio: «Quando ci riunivamo di sera era un periodo in cui c’era un altro tipo di attaccamento alla politica, più passione». Riecco la parolina magica: passione. Anche se poi c’è da dire che il ruolo del consiglio era molto più importante e si sa, appassionarsi è più facile quando si vedono i risultati.
De Corato ricorda bene quei tempi: «Di solito andavamo avanti fino a mezzanotte e con i bilanci fino alla mattina dopo. È stato così fino alla giunta Pillitteri, l’ultima con cui abbiamo seguito queste tabelle di marcia. È cambiato tutto con l’arrivo del sindaco Formentini». Pian piano il problema è diventato mantenere il numero legale che veniva a mancare verso l’ora di cena: è stato deciso di anticipare le sedute. Tognoli ricorda i pasti consumati a Palazzo: «Il mercoledì avevamo le sedute doppie: veniva allestito un buffet fornito dalla refezione scolastica, interrompevano alle otto e mezza e alle nove ricominciavamo». Pane e politica.


Mascaretti è convinto che se si tornasse alla politica serale, le sedute durerebbero meno. «I consiglieri si limiterebbero alle cose importanti. Se al Parlamento europeo i deputati riescono a dire tutto in interventi di tre minuti, perché non dovremmo riuscire anche noi?». Domanda in attesa di risposta.

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