Il Consiglio di Stato «corregge» il Tar e dà ragione al Csm

da Roma

Il Consiglio di Stato boccia il Tar e dà ragione al Consiglio superiore della magistratura. È stato infatti accolto il ricorso del Csm contro la sospensiva decisa dal Tar del Lazio su una delibera dell’organo di autogoverno dei giudici. La delibera impugnata riguardava i termini del concorso per la nomina a primo presidente della Corte di Cassazione.
Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio aveva deciso alla vigilia di Natale di sospendere l’efficacia della delibera su richiesta di Vincenzo Carbone, presidente aggiunto della Cassazione. Il quale era stato bocciato l’11 dicembre scorso dal plenum di Palazzo dei Marescialli per l’incarico di primo presidente della Suprema Corte; carica vacante dalla fine dell’ottobre scorso quando Nivola Marvulli è andato in pensione.
Carbone si era rivolto al Tar contestando sia le modalità della votazione con cui il plenum aveva bocciato la sua candidatura per la carica di primo presidente della Cassazione sia la delibera con la quale il 13 dicembre Palazzo dei Marescialli aveva riaperto i termini del concorso.
Il 21 dicembre il Tar ha accolto soltanto questa seconda richiesta di Carbone. Subito dopo il Csm ha impugnato la sospensiva del Tar. Con la decisione del Consiglio di Stato il concorso per nominare il primo presidente della Cassazione può andare avanti. La candidatura di Carbone era stata bloccata dopo l’arrivo di due esposti anonimi riferiti a un vecchio incarico di insegnamento all’università Federico II di Napoli svolto da Carbone senza aver chiesto l’autorizzazione del Csm. Ai commissari Carbone ha ribadito la correttezza del suo comportamento e di non aver chiesto l’autorizzazione al Csm perché non lo riteneva necessario, per la natura dell’incarico. Da qui, una situazione di stallo.
Ora, con la decisione del Consiglio di Stato, riparte il meccanismo per l’elezione del primo presidente di Cassazione.

Una data precisa ancora non c'è, ma i termini scadranno attorno alla metà di febbraio.
Esulta il gruppo di Magistratura democratica che esprime: «Soddisfazione per la decisione del Consiglio di Stato: ora potranno riprendere ad arrivare al Csm le domande per il nuovo concorso».

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