Roma - A marzo i consumi hanno mostrato una riduzione dell’1,7%: è questa la stima di Confcommercio, secondo cui si tratta del dato peggiore - in termini di quantità acquistate - degli ultimi tre anni. Il dato di marzo rappresenta infatti "la flessione più consistente" dall’inizio del 2005 confermano il "permanere di una crisi profonda e strutturale della domanda interna".
Crisi profonda e strutturale Prosegue anche a marzo il trend negativo per i consumi nazionali. La stima dell’indicatore dei consumi di Confcommercio (Icc) segnala a marzo la maggiore riduzione in termini di quantità acquistate degli ultimi tre anni: il -1,7% rispetto allo stesso mese del 2007 rappresenta, infatti, la flessione più consistente dall’inizio del 2005, "confermando il permanere di una crisi profonda e strutturale della domanda interna". Nel primo trimestre 2008, inoltre, la riduzione è stata dello 0,7% (+0,3% nello stesso periodo del 2007). "La decelerazione della domanda per consumi da parte delle famiglie, accentuatasi nei periodi più recenti - sottolinea Confcommercio - continua a condizionare le dinamiche produttive interne: ad aprile, secondo le prime stime di Confindustria, la produzione industriale, dopo il rimbalzo registrato a marzo, è tornata a registrare una riduzione in termini congiunturali (-1%)".
Domanda di beni negativa Il dato di marzo dell’Icc, in particolare, "continua a riflettere un’evoluzione negativa della domanda di beni (-3,4% in quantità rispetto allo stesso mese del 2007) a cui si contrappone una crescita per i servizi (+2,3%)". Per i prezzi del paniere di beni e servizi considerati nell’indicatore, a marzo "il permanere di tensioni sui beni alimentari e sugli energetici ha determinato un’ulteriore accelerazione" (3,1% a fronte del 2,6% di febbraio), fenomeno che ha interessato sia i beni (+3,4%) sia i servizi (+2,3%). "Sul versante delle quantità il dato di marzo riflette, oltre alla stagnazione che interessa gran parte degli aggregati considerati, la consistente tendenza al ridimensionamento della domanda per beni e servizi per la mobilità", continua Confcommercio indicando i beni e servizi per le comunicazioni e, in misura più contenuta, i beni e servizi per la cura della persona come "gli unici settori della domanda che sembrano non risentire della crisi".
I beni al dettaglio La domanda di beni e servizi ricreativi continua a registrare in termini quantitativi un’evoluzione negativa, con una flessione a marzo del 3,8% rispetto all’analogo mese dello scorso anno, proseguendo nella tendenza che ha caratterizzato l’ultimo biennio. A questa tendenza sembrano fare eccezione solo la domanda per spettacoli e per l’acquisto di cd e audiovisivi. La stima per marzo della domanda per i servizi di ristorazione e di alloggio, inoltre, mostra una contenuta ripresa dei consumi delle famiglie (1,3% in termini tendenziali), evoluzione che riflette in larga parte gli effetti della Pasqua. Particolarmente consistente è stata la riduzione segnata dalla domanda per beni e servizi per la mobilità (-14,8% rispetto all’analogo mese del 2007), "conseguenza di una elevata contrazione degli acquisti per autoveicoli e motocicli a cui si è associata una flessione dei consumi di carburanti". La domanda per beni e servizi per le comunicazioni si è confermata invece, anche a marzo, "la componente più dinamica della spesa reale delle famiglie, con una variazione dei volumi acquistati del +9,8%". In linea con i mesi precedenti, la domanda per i beni e servizi per la cura della persona ha evidenziato poi un ulteriore aumento delle quantità vendute (3,3% nel mese), "determinato esclusivamente dalla domanda per prodotti farmaceutici e terapeutici". La domanda di articoli di abbigliamento e calzature ha segnato a marzo, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, una contenuta crescita (0,3%), "evoluzione che non è peraltro in grado di attenuare le difficoltà in cui versa il settore". Relativamente ai consumi di beni e servizi per la casa, invece, la domanda da parte delle famiglie è stata caratterizzata da un calo delle quantità acquistate dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2007.
Sangalli: "Ridurre le tasse" Per rilanciare i consumi serve subito una riduzione delle tasse e della spesa pubblica. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, invita a "non sottovalutare" la crisi strutturale dal momento che indica "sia nella misura sia nella durata un vero e proprio allarme crescita". Allarme confermato anche da un clima di fiducia di imprese e famiglie che negli ultimi mesi è decisamente peggiorat». La ricetta per far ripartire l’economia - prosegue Sangalli - è in un cassetto da troppo tempo ed è ora di ritirarla fuori perché è sempre più urgente provvedere con coraggio e determinazione alle riforme necessarie per rilanciare crescita e produttività".
Tre rimangono le priorità indicate dal numero uno della Confcommercio: riduzione della spesa pubblica di 1 punto di pil all’anno per i prossimi 5 anni; sostegno della domanda interna attraverso l’alleggerimento della pressione fiscale sui redditi da lavoro, con l’obiettivo di ridurre di almeno 5 punti l’aliquota media Irpef; completamento delle liberalizzazioni (servizi energetici, telefonici, bancari e assicurativi).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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