Contrada, è scontro sulla grazia Napolitano: "Conosco le procedure"

Dopo il no di Rita Borsellino la replica dei fratelli dell'ex funzionario del Sisde: "E' un uomo di 76 anni che sta morendo". Mastella: "Ho preso atto della richiesta". Il presidente della Repubblica si smarca

Contrada, è scontro sulla grazia 
Napolitano: "Conosco le procedure"

Catania - Napolitano si smarca dalla ridda di dichiarazioni e richieste sul caso Contrada. "A proposito dell'intensificarsi di dichiarazioni e di appelli in merito al caso Contrada si fa notare che il presidente della Repubblica ha ben presente - si legge in una nota del Quirinale -, di fronte a qualsiasi domanda di grazia, tutte le ragioni da prendere in considerazione, quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e le procedure da rispettare. Qualsiasi provvedimento in materia di differimento della pena, basato sulla gravità delle condizioni di salute dei condannati che stiano scontandola in carcere, è - com'é noto - di esclusiva competenza della Magistratura di sorveglianza".

I fratelli di Contrada I sette fratelli di Bruno Contrada si dicono "rattristati dal sentire affermazioni crudeli" da parte "della signora Rita Borsellino", della quale "rispettano il dolore" e alla quale chiedono "rispetto per le sofferenze subite per 15 anni" da un uomo "condannato ingiustamente" e per il quale è stato avviato l'iter per la grazia, ipotesi ritenuta "grave" dalla sorella del magistrato. "Ma le discussioni sulla condanna sono ultronee - affermano Elisa, Romano, Vittorio, Maria Rosaria, Carlo, Ida e Anna Contrada - nostro fratello sta male davvero ed ha settantasei anni e mezzo e potrebbe morire in qualsiasi momento e la signora Rita Borsellino, che è farmacista, questo lo dovrebbe capire meglio di chiunque".

La grazia "Vorremmo - si legge in una nota congiunta - lo stesso rispetto per le sofferenze da noi subite per 15 anni e per le torture psicologiche fisiche e morali sopportate da nostro fratello Bruno, chiedendoci spesso se per lui sarebbe stato meno penoso morire. Bruno è stato processato non in qualità di funzionario del Sisde, ma per presunte condotte che risalirebbero ai lontani anni '80, quando era dirigente della squadra mobile di Palermo e che è stato condannato per concorso esterno all'associazione mafiosa mentre nessun delitto di favoreggiamento, corruzione, interessi privato o altro qualsiasi reato specifico gli è mai stato addebitato. Bruno è stato sfortunato: i suoi giudici hanno creduto agli ex mafiosi e assassini e non hanno creduto a centinaia e centinaia di persone per bene, come prefetti, capi della polizia, generali dei carabinieri".

Georgofili "Come Rita Borsellino anche noi chiederemo un incontro al capo dello Stato in merito alla concessione di grazia a Contrada". E' quanto afferma in una nota l'Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili. "E' importante da parte delle massime Istituzioni - spiega l'Associazione - ascoltare la voce di chi come noi ha pagato un prezzo incredibile, perché servitori dello Stato hanno tradito questo Paese. Ma soprattutto perché si sappia fino in fondo, che la mafia in carcere condannata per le stragi del 1993 sta giocando una partita per lei molto importante a suon di ricatti".

Fondazione Caponnetto L'eventuale concessione della Grazia a Contrada incontra anche le critiche della Fondazione Caponnetto. "Il messaggio che verrebbe mandato al Paese nella lotta contro la mafia - afferma in una nota Elisabetta Caponnetto, presidente ad honorem della Fondazione - sarebbe, a mio modesto avviso, deleterio in quanto farebbe apparire lo Stato debole soprattutto nel non difendere la memoria di coloro che per servirlo sono stati uccisi. Si pensi a Falcone, Borsellino e ai tanti giudici e agli esponenti delle forze dell'ordine uccisi dalla mafia. Si pensi alle stragi del '93. Si pensi ai tantissimi cittadini e ai giornalisti uccisi dalla mafia, nel corso degli anni. Tale atto di clemenza vanificherebbe il loro impegno, la loro onestà".

Mastella "Mi sono limitato ad una duplice presa d'atto". Lo ha detto il ministro della Giustizia Clemente Mastella. "In primo luogo - spiega il Guardasigilli - ho accertato l'esistenza di un procedimento di differimento pena per motivi di salute, avviato davanti alla magistratura di sorveglianza dallo stesso interessato. Ho ricevuto la richiesta del Capo dello Stato, originata dalla supplica del difensore di Contrada, di procedere all'istruttoria di rito ai fini della decisione presidenziale in materia di grazia.

Richiesta a cui ho dato doverosamente, immediatamente corso - conclude Mastella -. Come sempre valuterò la situazione e formulerò il parere previsto dalla legge sulla base degli elementi che mi verranno trasmessi a esito dell'istruttoria stessa".

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