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Coreani all’attacco e cinesi alla finestra

da Detroit

I coreani hanno assunto ormai piena dignità come costruttori di auto. Oltreché rispettati, sono anche temuti dai concorrenti, visti i continui progressi qualitativi che hanno messo a segno. Un’ulteriore dimostrazione del know how acquisito e della capacità di andare all’attacco del mercato viene offerta al Salone di Detroit dalle ultime novità di Hyundai e Kia. Con un modello totalmente inedito, Hyundai mette piede per la prima volta nel territorio delle sport utility di grossa taglia. Veracruz, in pratica, è la sorella maggiore della Santa Fe: la comune piattaforma d’origine è stata allungata per ricavare lo spazio in più richiesto dalla configurazione a sette posti standard. Il risultato è una vettura lunga 4,84 metri, larga 1,95 e alta 1,75, con dimensioni ragguardevoli dunque, ma ben dissimulate da un design che privilegia le linee curve e non ricorre a enfasi particolari per suggerire un’idea di dinamismo che appare quasi naturale. Insieme con la pulizia e la modernità dello stile, colpiscono della Veracruz gli interni da vera berlina di lusso, che ben testimoniano la volontà di salire un altro scalino nel posizionamento del marchio. Con quel che ne segue in termini di prezzo dei modelli. Più in alto la Veracruz si pone anche per il motore, un V6 di 3.8 litri.
Sono tanti, ben 400, anche i cavalli erogati dal V8 di 4.6 litri che equipaggia la Kia Kue. Presentata a Detroit come lo studio di un Suv sportivo, questa concept dalle linee tese e pulite dà un primo segnale della direzione che prenderà lo stile di Kia sotto la guida di Peter Schreyer, il nuovo capo del design strappato a suon di quattrini a Volkswagen e Audi. Intanto, Kia ha annunciato la decisione di dare un seguito produttivo entro il 2008 alla concept Soul, sport utility compatta esposta giusto un anno fa a Detroit, e ha chiuso il 2006 portando a 13 gli anni consecutivi di crescita sul mercato nordamericano. Non si placa, dunque, l’onda lunga delle Tigri coreane, ma al suo seguito si profila molto più che una minaccia: lo sbarco dei cinesi. Per la prima volta, giusto nell’edizione del centenario, un’azienda del Paese del Drago espone ufficialmente a Detroit. La Changfeng esibisce 5 vetture, due delle quali (il Suv Liebao CS6 e il pick-up Feibao CT5) svelate per l’occasione, ma soprattutto dichiara apertamente di essere in cerca di partner che le consentano di esportare i propri modelli negli Usa.

Basta un’occhiata per rendersene conto: al pari degli altri costruttori cinesi, per ora la qualità dei prodotti di Changfeng lascia molto a desiderare. Ma «la Cina sta arrivando e bisogna preoccuparsene», ha sentenziato a caratteri cubitali in prima pagina il Detroit News.

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