Corsi swing, boom di richieste I giovani «tradiscono» il rock

Alla scuola Civica 400 domande di iscrizione per 50 posti. Intra: «C’è molta voglia di imparare...»

Massimo Piccaluga

A Milano i giovani musicisti che abbandonano il rock per avvicinarsi al genere reso immortale da Charlie Parker, Miles Davis e Johnn Coltrane, sono più numerosi che in ogni altra città italiana.
«Unica nota stonata - dice Enrico Intra, classe 1935, tra i maggiori pianisti e compositori del jazz moderno europeo - è che i ragazzi hanno troppa fretta di imparare. Fanno vertiginosi salti storici prendendo ad esempio il modo di suonare dell’ultimo big straniero senza sapere come ci è arrivato e che cosa c’era prima di lui. Ecco, il nostro lavoro consiste proprio nell’aiutarli a uscire da questa impazienza che può produrre grossi danni».
Insieme a Franco Cerri, classe 1926 e simbolo vivente della chitarra jazz, Enrico Intra gestisce dal 1986 i Civici corsi per operatori musicali di via Colletta 51 attraverso l’associazione Musica Oggi. La scuola, che fino a poco tempo fa era in corso Venezia, ha laureato centinaia di musicisti. Tra questi i pianisti Roberto Tarenzi e Ivan Segreto; il batterista Silvio Centamore e la vocalist Caterina Lazagna.
Le richieste di iscrizione ai due bienni dei Civici sono circa 400 all’anno, ma la disponibilità è limitata a una cinquantina di posti. Del resto è un privilegio poter studiare coi mostri sacri del jazz nostrano: oltre alla coppia Intra-Cerri tra i docenti figurano Marco Vaggi e Lucio Terzano (contrabbasso); Giovanni Monteforte e Roberto Cecchetto (chitarre); Giulio Visibelli (flauto); Gabriele Comeglio (sax) ed Emilio Soana che è uno dei trombettisti più estrosi del Bop made in Italy. E ancora: le vocalist Laura Conti e Tiziana Ghiglioni tengono corsi e seminari mentre Rossano Sportiello è il titolare del biennio di Ragtime e Stride piano (il pianismo Anni Trenta alla Ted Wilson) insieme al poliedrico Paolo Birro.
Ma l’offerta didattica per chi vuol fare del jazz il proprio stile di vita - perché il jazz è un modo di vivere e di ragionare - non si esaurisce qui. Pur non essendo New Orleans, Milano ha altre realtà in cui è possibile imparare a prendere la vita con swing. Partendo dal Conservatorio Giuseppe Verdi dove da un anno i musicisti Alfonso De Rose e Tino Tracanna tengono un biennio di specializzazione proprio in musica jazz. Ci sono poi realtà minori ma non meno affollate di docenti e allievi che in genere propongono un primo biennio di «avvicinamento» e un secondo di specializzazione: la Nuova Audio Music Media (Nam) in via Ponte Seveso 27 dove tra gli altri insegnano il pluripercussionista Tullio De Piscopo, la vocalist Laura Fedele e il chitarrista Claudio Flaminio; l’Accademia di Musica Moderna in piazzale Carrara 19, presente sulla scena artistica cittadina da ventidue anni e fondata dal batterista Franco Rossi, con docenti quali Massimo Verardi e Luca Pasqua (chitarre), Silvana Lorenzetti (canto), Giorgio Zanier (batteria) e Valerio Beffa (sax).
E infine il Centro Professione Musica (Cpm) di via Reguzzoni 15, fondato dal chitarrista pop-fusion Francesco Mussida. E proprio qui opera un big internazionale che aspetta al varco i pianisti che del jazz credono di sapere già tutto: è Franco D’Andrea, responsabile del biennio di studi avanzati. «Qui - svela D’Andrea - ci si perfeziona come in una bottega artigiana: gli allievi scoprono in tempo reale ciò che di volta in volta scopro io stesso suonando con loro». Non è poco.

D’Andrea è un grande del jazz contemporaneo: Gato Barbieri, Dexter Gordon, Lee Konitz, Jean Luc Ponty sono solo alcuni dei partner con cui ha suonato l’artista meranese. Tra gli altri docenti al Cpm operano Dino D’Autorio (contrabbasso), Bebo Ferra (chitarra), Walter Calloni (batteria) e Filippo Daccò (arrangiamento jazz).

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