Manovra deve essere, e manovra oggi sarà, ma non quella lacrime e sangue immaginata e scritta dal ministro Tremonti. La tassa cosiddetta di solidarietà sui redditi medio alti sarà cancellata del tutto, sostituita da un piccolo balzello sull'Iva, esclusa quella sui generi di prima necessità. E poi via libera alla legge che abolirà tutte le Province e dimezzerà il numero di deputati e senatori. Dovrebbe sancire questo, salvo sorprese dell'ultima ora, il vertice di questa mattina tra Berlusconi e Bossi. Quindi niente patrimoniale (la chiedeva la Lega) e, purtroppo, niente riforma del sistema pensionistico come avrebbe voluto il Pdl.
La manovra così formulata non è esattamente quello che avrebbe voluto Berlusconi, ma certo si avvicina allo spirito liberale del partito di maggioranza relativa. Quantomeno il premier dovrebbe riuscire (il condizionale fino ad oggi pomeriggio è d'obbligo) a non mettere le mani direttamente nelle tasche degli italiani. Un punto di tassazione indiretta in più (l'Iva sui consumi) non è certo cosa simpatica, ma tiene i prezzi italiani nella media di quelli europei e tutto sommato è il meno dei mali.
Se così va a finire, la promessa del Pdl di non risolvere i problemi del paese attraverso l'uso della leva fiscale resta in piedi, tenuto conto dell'aria che tira in Europa e non solo. E questo lo si deve all'impuntatura del premier, in queste ultime settimane distaccato solo in apparenza dal ring della politica. Il buon lavoro di Alfano con Maroni e di Gianni Letta con Tremonti (di fatto commissariato) hanno fatto il resto. Da domani, superata l'emergenza, è però indispensabile andare oltre, mettendo mano a quelle riforme strutturali (da quella istituzionale a quella fiscale passando per giustizia e pensioni) senza le quali i problemi prima o poi riemergeranno in tutta la loro gravità. Per questa operazione, contare sull'appoggio dell'opposizione è pura utopia. Bersani, quello che fa la morale a tutti ma che aveva come braccio destro tale Penati, ha cavalcato la crisi con un solo obiettivo, lo stesso che aveva quando finse di benedire la scissione di Fini: fare cadere Berlusconi.
Allora fu fregato da Scilipoti, oggi dal buonsenso di tutta la maggioranza. Lo vedremo presto in piazza con la Cgil, il suo vero padrone, la stessa che frequentava anche Penati, uno che in effetti nel fare quadrare i conti (quelli del Pd) pare fosse molto bravo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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