da Milano
«Con questa mossa Enel si riposiziona e si rafforza sul mercato in vista delle prossime aggregazioni che dovranno avvenire in Europa»: Roberto Prioreschi, partner di Bain & Company, responsabile per lenergia ritiene che «a livello nazionale ci sia sicuramente un rafforzamento del gruppo, ma che limpatto maggiore sia a livello internazionale. Enel in questa operazione ha mostrato maggiore maturità - afferma - non si muove più per cogliere occasioni che si possono presentare, ma si nota un disegno strategico da parte dellad Fulvio Conti. È forse lelemento più importante di tutta la vicenda: lEnel è lunico gruppo italiano del settore che in questo momento ha una prospettiva molto interessante di posizionamento per il prossimo futuro nei mega-merger».
Ma esiste davvero la possibilità di altre fusioni tra grandi gruppi? «Se non a super-merger (ma ricordiamoci che Suez-Gdf non è morta del tutto), io penso a spin off di attività che vengano da acquisizioni e che siano considerate non strategiche. Ci sono cinque grandi operatori europei che sono degni di questo nome e che non hanno ancora concluso le operazioni di acquisizione: nellUe a 25 ci sono ancora spazi per Enel, tedeschi e francesi, nei Balcani e in Est Europa».
Allora aspettiamoci altri scossoni...
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