Così Expo darà un lavoro ai detenuti

Saranno almeno un centinaio i detenuti delle carceri lombarde che, grazie a Expo, avranno un’opportunità di lavoro: dall’archiviazione informatica dei documenti, al facchinaggio, dai servizi di pulizia al catering e alla gestione del verde. Un progetto che acquista ancor più significato dopo aver ascoltato il ministro Angelino Alfano arrivato a Milano per firmare con l’ad di Expo Lucio Stanca, il commissario di Expo Letizia Moratti, il governatore Roberto Formigoni e il provveditore lombardo alle carceri Luigi Pagano due protocolli d’intesa per poter impiegare nell’organizzazione dell’evento i carcerati o i soggetti in regime di esecuzione esterna della pena. «I numeri ci dicono - spiega il Guardasigilli - che chi ha un lavoro in carcere ha un tasso di recidiva una volta uscito di prigione del 10 per cento. Per chi non lavora, il tasso supera il 90 per cento. E questo dimostra che offrire un’opportunità ai carcerati è anche una questione di sicurezza». Considerazioni che consentono di capire l’importanza del nuovo progetto. «Expo è una grande occasione per il Paese e per Milano - si è rallegrato Alfano - e non intende lasciare indietro nessuno». Parole condivise da Stanca. «In meno di due mesi abbiamo tradotto un’intuizione in un protocollo che la società ha già sperimentato: a novembre due detenuti hanno lavorato nella sede con compiti di logistica, mentre altri sono già impegnati nel catering».

Un altro esempio di collaborazione tra il provveditorato lombardo alle carceri e gli enti locali. Con Pagano che ricorda i detenuti impiegati dall’Amsa. «Accordi come questo rappresentano una soluzione al problema del sovraffollamento delle carceri».

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