«Così l’imprenditore Romeo diede un milione a Fini e Bocchino»

Patricia Tagliaferri

RomaFra tante chiacchiere in libertà, un atto concreto. Che con l’inchiesta P4 c’entra poco ma che per altre questioni giudiziarie tocca da vicino Italo Bocchino, intimo di Bisignani e presunto autore della soffiata all’«amico Gigi» sulle indagini di Woodcock. Parliamo del famoso milione di euro che, secondo un ex consigliere della Margherita di Napoli, l’imprenditore Alfredo Romeo avrebbe girato all’esponente del Fli (e poi a Gianfranco Fini) per ammorbidire la posizione di An in consiglio comunale sull’appalto Global Service per la manutenzione delle strade del comune di Napoli. Tra le migliaia di pagine depositate in questi giorni, infatti, spunta l’interrogatorio del consigliere Mauro Scarpitti, amico e collega di Giorgio Nugnes, l’assessore della giunta Jervolino suicida per i veleni dell’inchiesta-Romeo.
Sarebbe stato proprio il defunto Nugnes a raccontare nel corso di una cena elettorale a Scarpitti e ad altri politici presenti, che la delibera Global Service sarebbe stata presto approvata senza intoppi, dilungandosi sui «retroscena» che avrebbero portato a un cambio di atteggiamento da parte di An. Un «cospicuo finanziamento» elargito durante una gita in barca. Le carte raccontano questo, ma nessun magistrato potrà mai chiedere conferma a chi quelle parole avrebbe pronunciato. Ci sarebbero però altri testimoni, indicati da Scarpitti durante il suo interrogatorio in Procura lo scorso 31 gennaio da lui stesso sollecitato per poter raccontare agli inquirenti i fatti di cui era a conoscenza, già messi nero su bianco in una memoria consegnata al pm partenopero Giancarlo Novelli. Compresi i nomi di quanti, oltre a lui, sarebbero stati presenti ad un incontro in un albergo e ad una cena elettorale in cui si parlò del milione di euro finito ad An. La riunione si tenne nella primavera del 2005, a circa 10 giorni dalle elezioni regionali di quell’anno. «Fui convocato telefonicamente da Nugnes - racconta Scarpitti a verbale - per vederci al bar dell’Hotel Vesuvio. Erano presenti, oltre a me e a Nugnes, il consigliere comunale Cilenti (Massimo, ndr) e Vincenzo Cotugno che io conoscevo da anni poiché anch’egli in passato attivista della Dc nella zona di Soccavo». Nel bel mezzo di questo incontro, la cui natura «era squisitamente politica», sarebbe stato fatto un accenno all’appalto Global Service. «Nugnes - si legge nel verbale - parlò della preparazione della gara dicendo che essa avrebbe rappresentato un’occasione importante per la città e per le sue prospettive di carriera politica anche per i rapporti tra Romeo ed i vertici nazionali della Margherita». Ma è nel secondo episodio riferito ai magistrati dall’ex consigliere comunale, quello della cena per festeggiare la nomina di Nugnes nella primavera del 2006, che si sarebbe entrati nel vivo della vicenda. «Ricordo che alla cena che si svolse al ristorante Rossini - racconta Scarpitti - erano presenti, oltre a me e a Nugnes, il consigliere regionale Roberto Conte, Emanuele Cameli, un medico amico personale di Conte, Michele Santoro, altro amico di Conte e suo promotore elettorale nella zona di Quarto, e un paio di consiglieri circoscrizionali vicini a Nugnes di cui non ricordo i nomi. In quell’occasione Nugnes ritornò sul tema del Global Service che, peraltro, era diventato di sua competenza dopo la nomina ad assessore e disse che la delibera sarebbe andata in porto anche per il superamento degli ostacoli fino allora frapposti dal centro-destra. Su mia insistenza Nugnes disse che c’era stato un incontro tra Bocchino e Romeo su una barca e che i problemi erano stati risolti. Io chiesi nuovamente a quali condizioni ed in che modo e Nugnes, senza parlare, fece un gesto alzando un pollice. Io capii che si riferiva ad una dazione di danaro e chiesi: “Centomila”? Nugnes, allora, fece segno con l’altra mano che dovevo salire e io allora esclamai: “Un milione?”, e Giorgio Nugnes annuì. Ricordo che commentai, citando Totò, dicendo: “Alla faccia del bicarbonato di sodio!”.

Nugnes aggiunse che sicuramente, chiudendo questa operazione, il Bocchino avrebbe anche recuperato i suoi rapporti politici e personali con Fini». Bocchino, per la cronaca, ha bollato queste indiscrezioni anticipate dal Giornale il 27 dicembre scorso come «cazzate».

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