DallUcraina è già arrivato in piazza San Pietro un bel 30 metri di albero di Natale. Lunedì sarà posato accanto allObelisco. Felici il Papa e tutti i fedeli, ma speriamo che i doni non si fermino qui. Oggi ne servirebbe un altro. Incrociare le dita e puntare gli sguardi su Kiev, capitale dellUcraina, terra di steppe e pianure al centro dellEuropa, dove intorno alle 18 italiane (diretta Rai 2) Michel Platini e la sua confraternita Uefa lanceranno il sorteggio per il calendario dei campionati europei di questa estate. Europei in doppia firma, ovvero Polonia e Ucraina. Europei nati sul filo dellequilibrismo senza rete e arrivati alla meta ricevendo ogni sorta di puntello politico-sportivo. Ci sono stati momenti in cui il fischio dinizio previsto a Varsavia l8 giugno (finale a Kiev il 1° luglio) pareva solo unipotesi del calendario. Invece eccoli qui. Per ora sono gli europei di unincertezza che non è calcistica. Platini e lUefa hanno tenuto duro anche quando le scosse erano sismiche. Sei anni fa il dossier-progetto, presentato a Malta, era pronto per essere lasciato in un cassetto. Ed invece fuori tutti: Turchia e Grecia, Italia e Croazia-Ungheria. Siamo passati dalle accuse di corruzione ai problemi logistici tuttora mal risolti, dai ritardi sulla conclusione degli stadi (anche se quelli polacchi hanno sconfitto il pessimismo) alla necessità di ridurre gli incassi. Per inciso: i prezzi vanno dai 30 ai 600 euro, più economici rispetto ad altre edizioni per leconomia dei paesi ospitanti. Un campionato modellato sullonda di scelte politiche più che sportive. Niente da dire: capita anche con mondiali di calcio e Olimpiadi.
Sembravano europei destinati al bollino nero. Per ora sono stati bollati dallincertezza e francobollati dallUefa che non poteva perderci la faccia. Dunque, pronti alla partenza: lo sport sconfigge la politica. Anche se i grattacapi non mancano. Di recente Platini ha provato a tirare una sintesi ed ha messo il credo su quasi tutto, non proprio sugli alberghi e sugli aspetti logistici. Non è un caso che tutte le nazionali vogliano restarsene in Polonia ed evitare le sedi del ritiro in Ucraina. Per il vero a Varsavia e dintorni non se la passano in gran spolvero per altre ragioni: oltre la metà dei polacchi chiede lo scioglimento della federcalcio investita da accuse di corruzione, un male che da anni investe tutto il calcio polacco. Sotto mira Grzegor Lato, ex aletta tutto pepe, simbolo della nazionale anni 70 e capocannoniere ai mondiali del 1974.
Peccato, Lato oggi poteva fare la sua figura accanto al gotha che Platini ha invitato per metter le mani sulle palline del sorteggio. Ha chiamato Gianni Rivera e Franz Beckenbauer, Zinedine Zidane e Luis Suarez, Marco Van Basten e Peter Schmeichel, il portierone della Danimarca nel 1992. Questo è il calcio che non scolora, le icone che lo faranno sempre amare. Platini compreso. Detto questo, poi tutti a toccar ferro. Le quattro fasce promettono almeno un paio di gironi di ferro. Il regolamento chiede che le squadre ospitanti finiscano in prima fascia e nel caso di questanno creano un evidente scompenso. Ucraina(15ª) e Polonia (29ª) sono in assoluto quelle con il peggior ranking. Capitò anche con Svizzera e Austria nel 2008, ma qui siamo finiti un gradino al di sotto.
Con molta probabilità un girone sarà composto da quattro squadre che hanno già vinto il titolo. Eventualità che potrà capitare pure allItalia. Italia nostra avrà un solo iniziale sollievo: la coabitazione di fascia le eviterà di incrociare subito lInghilterra di Capello ed anche la Germania, che ha la faccia dei tempi peggiori (per gli altri). Sarà un europeo con tre tecnici italiani in panchina ed anche questo è un piccolo record.
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