Sto studiando. Per telefonare. Sto studiando per comporre un numero. Non per l'università o quant'altro. Sto studiando per avere il diritto di telefonare. E lo ammetto: nel farlo sto anche sottraendo tempo prezioso al lavoro. Però devo. Vorrà dire che terminerò più tardi.
Succede in azienda. Hanno cambiato i telefoni da tavolo. Purtroppo sono arrivato impreparato. Ad averlo saputo, avrei cercato di farmi trovare il più tonico possibile in materia. Magari fresco di un ripasso su qualche manualetto di quelli che accompagnano certi complicatissimi telefonini cellulari. Così, giusto per non sfigurare. Invece niente. Però c'è il manualetto d'istruzioni. Perché è giusto, no? Il progresso è fatto per complicarci la vita. Una volta anche un bambino avrebbe telefonato; ora serve studiare f1 ed f2 ed f3 e il vivavoce e la deviazione di chiamata e le registrazioni e connessioni telefoniche cifrate.
Chi non vive vintage e già lo usa con disinvoltura giura sia molto più funzionale del precedente. Ci credo, però non mi interessa. Io voglio, vorrei solo telefonare. Per dire, mi bastava quello a disco di una volta. E poi ero affezionato a quello vecchio e ingiallito a tastiera che mi ha accompagnato negli ultimi dieci anni. L'avevo curato, povera stella. L'avevo accudito, pulito periodicamente, ne avevo svolto il filo ingarbugliato un giorno sì e l'altro pure. Quello nuovo si vede subito che ha un filo che non si avvolgerà mai. Quello nuovo si vede subito che nel display mi perderò. Quello nuovo si vede subito che mi farà del male. Accadrà presto, subito, non appena mi chiameranno. In quel momento soffrirò perché per la prima volta verrò privato della meravigliosa sensazione di non sapere chi sta dall'altra parte. Soprattutto, d'ora in poi non potrò più crogiolarmi nell'illusione che chi non mi risponde all'altro capo fa così perché assente o solo indaffarato. Sarà come con i cellulari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.