Così si possono riaprire i Navigli

Così si possono riaprire i Navigli

«Rifacciamo Milano con l'acqua» è il sottotitolo del convegno organizzato dall'Associazione Riaprire i Navigli (www.riaprireinavigli.it) ieri a Palazzo Marino. «Non un'operazione di restauro del passato - ha assicurato il presidente Roberto Biscardini -, ma un'opera per il futuro di quella che per secoli è stata una città d'acqua». Fino agli anni tra il 1929 e il 1960 che hanno visto l'interramento dei Navigli da via Melchiorre Gioia alla Darsena, passando per la Cerchia. In nome della modernizzazione, «ma oggi - spiega Biscardini - abbiamo capito che la vera modernità non è la velocità delle auto, ma la qualità dell'ambiente e del paesaggio». Al vicesindaco Ada Lucia De Casaris in rappresentanza dell'amministrazione, gli ideatori del progetto chiedono solo «il via libera della politica». Perché i fondi, stimati in 120-150 milioni di euro («meno del costo di 3 chilometri di metropolitana») arriveranno col project financing e con sottoscrizioni pubbliche di chi vorrà partecipare «al recupero di una delle più importanti opere monumentali dell'ingegneria idraulica». Una riapertura che seguirà il senso dell'acqua da Cassina de' Pom dove oggi il Naviglio Martesana si infossa sotto via Melchiorre Gioia, verso la Conca dei Navigli e la Darsena: 8 chilometri per collegare i tre Navigli già esistenti, la Martesana che raccoglie l'acqua dell'Adda, il Grande che va al Ticino e il Pavese che raggiunge Pavia. Una rete con 150 chilometri di canali navigabili. «Un'opera - ha detto Biscardini - che si fa a Milano, ma non riguarda solo Milano». E piace al Touring club italiano che con il presidente Franco Iseppi ne parla come di un modo per rilanciare la Milano turistica, alla Fondazione Cariplo e a Simonpaolo Buongiardino che ha rappresentato i commercianti.
Oltre che sulle casse pubbliche, si dice che scarso sarà anche l'impatto sul traffico che sarà convogliato dalla cerchia dei Navigli a quella dei Bastioni. E del resto l'assessore della giunta Albertini Giorgio Goggi ha spiegato come già allora ci fossero stati studi per ridurlo. «E come del resto «sia uno scandalo che a pochi passi dal Duomo ci sia una circonvallazione in cui di notte si sfreccia a 120 all'ora». Nessuna paura, infine, per le zanzare che proliferano nell'acqua stagnante, non in quella corrente e per i topi che vivono tra i rifiuti e non nell'acqua pulita.

Con Biscardini che ricorda di «Riquet che andò dal Luigi XIV chiedendo di poter fare il Canal du Midi che collega il Mediterraneo all'Atlantico. E Re Sole gli rispose “fattelo”». Quell'autorizzazione che oggi Biscardini chiede al Comune.

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