Non saranno i fucili a salvare l'Occidente

Sono un uomo di destra e non ho mai avuto problemi con l'ordine, l'autorità e il concetto di difesa nazionale. Tuttavia, bisogna essere anche realisti

Non saranno i fucili a salvare l'Occidente
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Gentile Direttore Feltri, la prego di dirci la sua sul riarmo. Lei condivide la scelta del governo di destinare il 5% del Pil al riarmo?

Federico Coluzzi

Caro Federico,
pare che l'Italia sia pronta a investire il 5% del proprio Pil nel riarmo. Lo ha detto Giorgia Meloni in linea con i desideri della Nato e in ossequio alla retorica della difesa occidentale contro l'Orco Putin. Penso che la decisione di Meloni sia stata quasi inevitabile, essendo in essere vincoli di tipo pattizio che ci obbligano a fare il nostro, a contribuire, affinché il costo della difesa non gravi tutto sugli Stati Uniti, che comprensibilmente si sono stufati di tale andazzo, cristallizzato dal secondo dopoguerra.

Ed eccoci pronti a riarmarci tutti. In massa. Insomma, si torna a far tintinnare le sciabole come se fossimo nel 1962, ai tempi dei missili a Cuba. Ma a me, francamente, questa faccenda del riarmo non convince. E non perché io sia pacifista, anzi, i sedicenti pacifisti mi stanno non lievemente sulle balle. Sono un uomo di destra e non ho mai avuto problemi con l'ordine, l'autorità e il concetto di difesa nazionale. Tuttavia, bisogna essere anche realisti. Spendere miliardi in armamenti, in un Paese dove da lustri e lustri, quindi non certo per colpa della attuale maggioranza, negli ospedali mancano i letti, nei tribunali i giudici e nelle scuole i professori, mi risulta essere una follia. O peggio: una truffa ideologica. Il riarmo massiccio presuppone che vi sia un pericolo imminente. E qual è, di grazia? Da chi dobbiamo difenderci? Ci stanno facendo credere che la Russia voglia invadere l'Europa, che dopo Kiev verrà Roma. Ma a me pare più un film dell'orrore scritto da Zelensky, il quale ci ha narrato tale trama anche in occasione dell'ultimo vertice della Nato a cui ha preso parte in qualità non si sa bene di chi o di cosa, abbiamo solo notato che almeno ha cambiato la maglietta. Putin ha le sue colpe, ma non mi sembra egli abbia né la forza né l'interesse né l'intenzione di lanciarsi in un'occupazione del continente. E allora perché questo allarme? Perché fa comodo. Perché alimenta la macchina dell'industria bellica, che produce profitti colossali per pochi e insicurezza per tutti. Perché serve a zittire le voci critiche, bollate come putiniane soltanto per aver detto che la guerra, magari, si evita con la diplomazia, non coi carri armati e la bomba nucleare. Meloni si è allineata a questa strategia. Non la condanno per questo. Salvini, più ondivago, ogni tanto esprime qualche perplessità, ma alla fine anche lui si accoda. Non sia mai che qualcuno lo accusi di non amare abbastanza la Nato. Io invece amo l'Italia.

E credo che il patriottismo consista nel volere che i nostri soldi vadano a curare i nostri malati, a educare i nostri figli, a sostenere le famiglie, non a riempire i magazzini di bombe e missili. L'Occidente morirà. Ma attenzione: non morirà per mancanza di armi, bensì per assenza di senso. E non ci sarà fucile che potrà salvarlo. Nessuno e niente ci salva dalla nostra stupidità.

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