Gaia Cesare
da Milano
Il telefono non smette di squillare. E lui: «Sì, sì. Dire che sono soddisfatto è troppo riduttivo». Lui è Marino Maglietta, fondatore dell'associazione Crescere insieme, ideatore e promotore della legge sull'affido condiviso diventata legge dello Stato.
Nel comunicato della vostra associazione lei fa riferimento alla legge sul divorzio. Lo considera un traguardo altrettanto importante?
«È una rivoluzione ancora più grande perché tocca il mondo dei minori. Sono loro la società del futuro.»
Da oggi il divorzio fra coniugi non comporterà più la separazione fra un genitore e i figli?
«È così. Si riconosce ai figli un diritto costituzionalmente garantito. Si rimedia a una stortura del codice civile che ci stava mettendo fuori dall'Europa».
Chi sono i vincitori di questa battaglia?
«Sono i padri e le madri illuminati. Soprattutto tante madri che non sono cadute nel tranello del maggior potere assicurato loro dall'affidamento esclusivo».
I padri non saranno più la parte debole della coppia?
«Abbiamo riequilibrato il rapporto fra genitori. È vero che tanti padri erano assenti, approfittavano del non affidamento per autoesonerarsi dal compito di genitori. C'era, tuttavia, una parte sacrificata che ora ha pieni diritti».
Lei però ha parlato di un provvedimento «impoverito e meno coerente» rispetto alla proposta iniziale.
«La legge arriva a dispetto degli ostacoli frapposti dagli operatori del conflitto, dagli organi di gestione dell'avvocatura, contrari a una norma che all'estero ha dimostrato di ridurre il contenzioso».
Quindi per lei questo è solo un primo traguardo?
«La legge può essere migliorata. Ma questo resta un grande traguardo».
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