"Così terrorizzate i nostri bimbi" Rivolta contro lo spot sul clima

Una favola sul riscaldamento del pianeta racconta l’atroce morte di decine di coniglietti. Il filmato del governo fa infuriare i genitori

"Così terrorizzate i nostri bimbi"  
Rivolta contro lo spot sul clima

Una favola senza lieto fine per insegnare ai bambini che il clima va salvaguardato. È l'ultimo sistema escogitato dal governo britannico per combattere lo spreco di anidride carbonica. In uno spot, mandato in onda in prima serata, viene mostrato un papà che legge un libro alla figlia prima di darle il bacio della buonanotte. Peccato che dopo una simile storia la piccola sarà destinata ad avere gli incubi. Nel libro infatti si racconta di dolci cuccioli e coniglietti lasciati morire di sete a causa dell'aumento di anidride carbonica nell'atmosfera.

Al posto del solito «C'era una volta un principe», il papà inizia spiegando «c'era una volta un Paese in cui il clima era diventato molto, molto strano...» e continua dicendo che gli scienziati avevano detto che tutto dipendeva dal fatto che c'era troppa anidride carbonica nell'aria e i bambini avrebbero dovuto sopportarne le orribili conseguenze come la morte dei loro animali preferiti. La bambina a quel punto, già fortemente traumatizzata, chiede se almeno ci sarà un lieto fine come tutti i bambini si aspettano da ogni fiaba che si rispetti. Ma ormai è chiaro che questa non è affatto la solita storiella del dopocena. Una voce di donna fuori campo infatti si limita a dire «il finale dipende tutto da noi» gettando la bimba nella disperazione o almeno così ci si immagina. Lo spot, che fa parte di una campagna da sei milioni di sterline lanciata dal ministero dell'Energia e del Cambiamento climatico, non sembra però aver provocato l'effetto voluto. Subito dopo essere stato trasmesso, la Advertising Standard Authority, ovvero l'organismo che si occupa di vigilare sulla pubblicità trasmessa in Gran Bretagna, è stato letteralmente sommerso da una valanga di proteste. In poche ore sono arrivati circa trecento reclami di genitori indignati perché il messaggio inviato dallo spot, più che educativo, era semplicemente terrorizzante. Altre centinaia di persone ieri hanno sottoscritto una petizione in cui si chiede al governo di sospendere una pubblicità che sembra essere soltanto «pura propaganda destinata a spaventare i più piccoli». Anche l'opposizione conservatrice si è unita al coro di proteste. Philip Davies ha definito lo spot «sconcertante». «Questa pubblicità rivela - ha dichiarato - quanto logoro sia il punto di vista del governo se decide di spaventare i ragazzini per combattere il cambiamento climatico».

Il ministero dal canto suo difende lo spot partendo dal discorso sul riscaldamento globale tenuto il giorno prima dallo stesso premier Gordon Brown. Nel suo intervento al summit dei ministri dell'Ambiente svoltosi nella capitale, Brown non era stato meno allarmista. «Il mondo è sull'orlo della catastrofe - aveva infatti avvertito con il suo miglior tono apocalittico - corriamo verso un futuro di inondazioni, siccità, tsunami, ondate di caldo». Per salvare il pianeta - aveva concluso Brown - abbiamo meno di cinquanta giorni, quanto manca cioè ai negoziati sul clima programmati a Copenhagen in dicembre sotto l'egida dell'Onu. «Sono l'ultima possibilità - aveva spiegato il primo ministro inglese - per raggiungere un accordo globale, ridurre le emissioni ed evitare il disastro. Se non raggiungeremo un'intesa non ci sono dubbi: una volta che il danno delle emissioni è fatto, sarà troppo tardi». «Lo spot in questione è in linea con la politica governativa - ha quindi spiegato un portavoce del dipartimento per il cambiamento climatico - è diretto soprattutto agli adulti, ma sappiamo che per proteggere la prossima generazione dobbiamo motivarla».



Sicuramente le intenzioni erano buone e si sa che la paura dell'orco per i bambini può essere terapeutica. Ma la bimba dello spot, con quel visino pallido e gli occhi tristi, sembra pensarla in tutt'altro modo.

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