Nerina Sanna
da Cicagna
Estate del 1922. Gianni, un bambino di sette anni, imbuca una sua letterina, allinsaputa di mamma e papà, dove chiede ardentemente di avere un fratellino o una sorellina. Il bambino scrive sulla busta, come indirizzo, «Alla Cicogna, via dei Cieli». Da questo semplice gesto nacque lincredibile favola (vera, reale) della Cicogna. Infatti, un impiegato postale di Genova, Marino Rossini, allora quarantenne, quando ebbe tra le mani la busta per lo smistamento della corrispondenza (allora manuale, non esistevano Cap e altre diavolerie simili) scambiò la parola «Cicogna» per «Cicagna» e la letterina arrivò in Fontanabuona.
Nellufficio postale del paese fontanino lavorava la signora Maria Colotto, che incuriosita dalla lettera e non sapendo a chi inoltrarla, la aprì: letto il contenuto, superata la sorpresa e la commozione, decise di rispondere per non deludere il piccolo Gianni. Incredibilmente, la notizia che la «Cicogna» aveva risposto fece in un batter docchio il giro dellintera penisola. Da allora, in questi 83 anni, migliaia di bambini di ogni parte del mondo hanno scritto alla Cicogna, che puntualmente a risposto a tutti.
Letterine «alla Cicogna», «al Signor Cicogna», «alla Signora Cicogna», «a Mamma Cicogna», talora con indicazione più chiara: Via dei Cieli, 55; lettere dallItalia, ma anche dallIndia, dalla Germania, dallArgentina, dalla Svezia, dallAmerica latina. Una, preziosissima, addirittura dal Washington, dalla Casa Bianca, dove Jaqueline Kennedy ringrazia la Cicogna per gli auguri ricevuti in occasione della nascita di John John, sfortunato figlio del presidente assassinato a Dallas qualche mese dopo. Lettere timide e aggressive, prudenti e azzardate, supp1ichevoli e commoventi, tanto da intenerire il cuore e far venire le lacrime agli occhi a chi legge. Quando la signora Comotto, nellottobre del 1957, andò in pensione, il suo «lavoro» fu continuato con amore dallimpiegato Roberto Foppiano. Ai giorni nostri, in barba alle tecnologie e a Internet, sono ancora centinaia i bambini che ricorrono alla cara lettera spedita al numero 55 di Via dei Cieli.
Da diversi anni a rispondere pensa il Comune, ma il nome dellattuale «Cicogna» resta rigorosamente top-secret. Chi scrive è riuscito ad avvicinarla, e lei prima ha negato la sua identità, poi, rassegnata ma in fondo felice, ha raccontato un episodio che la dice lunga sulla «segretezza» della sua missione. «Lo scorso anno mio figlio - spiega la Cicogna - a mia insaputa, ha scritto alla Cicogna per avere un fratellino. Potete immaginare la mia sorpresa quando ho aperto la busta». Come dire: neanche in famiglia sanno la vera identità della Cicogna!
Cè una letterina curiosa che ricorda, la signora Cicogna? «Tante. Tra tutte, quella di un bambino che vive nelle isole Eolie: era il 2004, sua mamma era in stato interessante e lui mi ha scritto tutta la sua preoccupazione perché tra la Sicilia e la sua isoletta ci sono venti fortissimi: mi chiedeva di stare molto attenta a non perdere dal becco il fratellino. Ho risposto ringraziandolo per linformazione e tranquillizzandolo». Tornando al tempo che fu, a Cicagna nei primi anni 60 venne organizzata la «Festa della Cicogna», che premiava con la «Cicogna doro» e la «Cicogna dargento» le mamme che partorivano in condizioni particolari e curiose. La festa venne presentata dalla «Voce» della radio, Nunzio Filogamo, il papà della Tv e del Festival di Sanremo.
In quegli anni, il sindaco di Cicagna Dondero decise di sistemare sul tetto del palazzo comunale unenorme Cicogna in ferro, da allora ufficialmente il simbolo del paese fontanino. Qualche anno dopo Cicagna si gemellò con la cittadina danese di Rihbe, nota in tutto il mondo per il gran numero di cicogne presenti.
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