di Daniela Fedi
Mai visti tanti cappelli alle sfilate, in passerella e tra il pubblico se ne vedono di tutti i colori. Si può quindi parlare di ritorno anche se in fondo i copricapi non sono mai andati via, c'è chi li porta perchè non sopporta l'ombrello, chi per darsi un tono e chi vuole nascondere una testa spettinata o fortemente bisognosa di cure siano esse tinta o, peggio ancora, shampoing da fare. Resta da risolvere il problema che i francesi chiamano «tête à chapeau», ovvero la testa che sta bene con il cappello. Ebbene nell'infinita varietà di proposte c'è una soluzione per tutti perché uomini e donne in questo sono pari: con il cappello in testa assumono comunque un altro aspetto. «I cappelli sono una cosa seria» ripete come un mantra Patrizia Fabri, straordinaria hat maker romana che per la sfilata di Fausto Puglisi ha fatto i meravigliosi copricapi da cardinale felliniano. Se questi erano un raffinato effetto speciale da sfilata, quelli che la signora vende nella sua bottega artigiana a due passi dal Vaticano sono veri e propri compagni di vita: tube, bombette, cloche, modelli a larghe tese oppure turbanti fatti a mano e su misura. Da provare. Molto più scenografici i cappelli a larghe tese e in broccato di Gucci, una via di mezzo tra l'ombrellino vittoriano e il paralume del salotto della nonna. Oltre a questi c'erano bombette, foulard, cappellacci, cappellini e addirittura velette integrali che coprivano l'intera faccia. Da Prada c'è la cuffia in piume di marabù che ricorda un colbacco indossato da Verushka negli anni Settanta. Oltre a questo iperfemminile copricapo, tanti berretti con visiera.
Formidabile il modello di Ettore Bilotta a larghe tese e in tulle nero che si piega sul viso e diventa anche veletta. Pare che stia per tornare il foulard stile Grace Kelly, ma quello bisogna saperselo annodare, mentre un cappello lo ficchi in testa e sei speciale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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