Cosentino, Bocchino: "Pronti a valutare sfiducia" Ma il premier avverte: "Fuori dal Pdl chi la vota"

Bocchino: "Se non si dimette valuteramo le mozioni dell'opposizione". E Bondi torna all'attacco: "Il suo ruolo nel dibattito interno al partito è nefasto". La replica: "Chiedo trasparenza". Revocato l'incarico a Ignazio Farris nell'Arpas

Cosentino, Bocchino: "Pronti a valutare sfiducia" 
Ma il premier avverte: "Fuori dal Pdl chi la vota"

Roma - Cosentino se ne vada. O votiamo con l'Idv. E' un aut aut quello dei finianiche  ribadiscono la richiesta di dimissioni del sottosegretario Nicola Cosentino. Se queste non dovessero arrivare "valuteranno" le eventuali mozioni di sfiducia presentate dalle opposizioni, anche se non vogliono votare in dissenso dal gruppo del Pdl. A dettare la linea della componente finiana è Italo Bocchino che, però, viene immediatamente avvertito dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "Chiunque votasse una mozione di sfiducia dell’opposizione per chiedere le dimissioni di esponenti di governo a seguito di indagini ancora in corso, si porrà automaticamente fuori dal Pdl e dalla maggioranza".

il Pd presenterà la sfiducia Il Pd presenterà due mozioni di sfiducia, una contro Nicola Cosentino e una contro Giacomo Caliendo. Il capogruppo democratico lo spiega ai giornalisti a Montecitorio, sottolineando che "non ci sono stati segnali da parte del Governo sulle dimissioni" dei due sottosegretari. Si tratta, precisa, di "due cose diverse ma ugualmente gravi". Franceschini replica anche ad Antonio Di Pietro che, presentando la mozione dell’Idv contro Cosentino, aveva detto che "altre forze politiche stanno riflettendo". Dice il capogruppo Pd: «"Non c’è nessuna riflessione, abbiamo già riflettuto. Presenteremo due mozioni distinte che invitano il Governo a far dimettere i sottosegretari Cosentino e Caliendo. Essendo noi il più grande partito di opposizione, lavoreremo perché ci sia su tutte e due la convergenza delle forze di opposizione".

Il monito di Bocchino "Non vogliamo esprimerci - ha aggiunto - forse è opportuno che su questo si riuniscano il gruppo del Pdl alla Camera e i vertici del partito per decidere". I giornalisti hanno chiesto a Bocchino un commento sulle dichiarazioni contro di lui attribuite al premier Berlusconi e poi smentite: "Sono convinto che l’animo liberale di Berlusconi - ha risposto - non può aver detto né tantomeno pensato queste parole. E infatti è arrivata subito una smentita da Palazzo Chigi. Se c’è qualcuno su cui bisogna discutere - ha proseguito il vice capogruppo del Pdl alla Camera - sono quei dirigenti che stanno creando un problema all’immagine del partito per i loro comportamenti e non chi chiede invece pulizia morale all’itnerno del Pdl".

Un passo indietro Bocchino ha poi ribadito la necessità di un "passo indietro" di Cosentino: "Noi siamo convinti - ha spiegato - che questa inchiesta, al di là dei profili penalmente rilevanti che appaiono essere deboli rispetto a una accusa così complessa, pongono a Berlusconi un problema di opportunità circa la presenza di Verdini al vertice del partito; così come c’è un problema di opportunità sulla presenza di Cosentino al governo e alla guida del partito in Campania". I cronisti hanno quindi chiesto l’atteggiamento dei finiani di fronte ad una mozione di sfiducia delle opposizioni contro Cosentino: "La mozione di sfiducia contro un sottosegretario - ha ricordato Bocchino - non è prevista dai nostri regolamenti. Se ci sarà una mozione delle opposizioni che inviterà il governo a ritirare le deleghe al sottosegretario Cosentino, che è l’unica cosa possibile, questo dovrà essere valutato. Però noi non vogliamo esprimerci in dissenso dal partito. A quel punto forse è opportunoa una riunione del gruppo parlamentare, una riunione della direzione nazionale per decidere se Cosentino, alla luce dei documenti e degli atti di cui i giornali hanno ampiamente scritto, resti al governo o meno". 

Bondi contro Bocchino Attacco frontale a Bocchino. "Leggendo l’ennesima esternazione dell’onorevole Bocchino, mi confermo nella convinzione che il suo ruolo nel dibattito interno al nostro movimento politico sia nefasto". Lo afferma in una nota il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi osservando che "Bocchino, infatti, punta continuamente sulla logica della provocazione piuttosto che su quella del confronto alto e costruttivo, che invece sarebbe necessaria per affrontare i problemi e superare le incomprensioni". Immediata la replica di Bocchino: "Le parole di Bondi mi sorprendono. Come si fa a considerare nefasto l’atteggiamento di chi chiede trasparenza e pulizia morale e difendere autori di episodi imbarazzanti per il Pdl?".

Granata: "Espelleteci tutti" "Per i vertici del Pdl la questione morale non esiste - tuona il vicepresidente della commissione Antimafia, Fabio Granata - il problema gravissimo ed imbarazzante non è rappresentato da ciò che emerge dalle ultime inchieste, un quadro torbido di affari, logge, dossieraggi ed associazioni a delinquere, quanto piuttosto da Italo Bocchino, Fabio Granata ed in generale dai finiani". "Il problema - prosegue Granata - per alcuni autorevoli esponenti del PDL è rappresentato da chi parla delle inchieste e non da chi di quelle inchieste è oggetto e protagonista. Se siamo giunti a questa assurda e paradossale situazione, la mia proposta è semplice: provate ad espellerci tutti per antimafia e legalità?".

Revocato l'incarico a Farris Su proposta del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, la Giunta ha revocato l’incarico del direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna, Ignazio Farris, "per il venir meno del rapporto fiduciario". Farris, nominato lo scorso agosto, è indagato nell’inchiesta sugli appalti per gli impianti eolici in Sardegna e oggi deve essere interrofatio dai magistrati della procura di Roma. Farris è finito nel mirino dei pm per l’ipotesi di reato di concorso in corruzione.

Proprio la sua nomina, avvenuta, secondo chi indaga, in modo irregolare per assecondare le pressioni di Flavio Carboni, che aveva bisogno di una persona di sua fiducia in quel posto chiave per gli appalti e i permessi per l’eolico.

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