Crisi di mezza età anticipata: comincia a trentacinque anni

Fino a poco tempo fa i 35-40 anni erano considerati l'età della maturità piena, quella in cui uno inizia a godersi la vita. Finalmente liberi dalle ansie e dai timori adolescenziali, ma già con una solida carriera e spesso una famiglia, uomini e donne riuscivano a tracciare il primo bilancio della propria esistenza senza troppe angosce. Era troppo presto per sentirsi vecchi e già tardi per le lacerazioni delle prime esperienze emotive. Ma adesso uno studio ci insegna che le cose non stanno più così da un pezzo e che la famosa «crisi di mezz'età» colpisce una buona parte della gente ben prima dei 50-60 anni. A volte fa sentire i suoi sintomi velenosi già verso i 35.
La ricerca, effettuata lo scorso mese dall'organizzazione britannica Relate con la collaborazione della Lancaster University, ha intervistato più di 2mila soggetti di età differenti e i risultati si sono rivelati sorprendenti. Un quinto dei soggetti tra i 36 e i 44 anni hanno sofferto di depressione o si sono sentiti molto soli mentre soltanto il 13 per cento delle persone intorno ai 65 anni hanno ammesso di essere preda degli stessi sentimenti. Ci si sarebbe aspettato il contrario.
La maggior parte del gruppo di età più giovane ha ammesso di non avere abbastanza tempo per la famiglia o per gli amici perché letteralmente fagocitato dal lavoro. Uno su tre ha dichiarato che tutte le sue relazioni interpersonali subiscono immediati miglioramenti nel momento in cui il carico lavorativo diminuisce. Ma il nemico numero 1 di tutti è la tecnologia laddove questa s'interpone tra la persona e la sua famiglia. Quel maledetto cellulare che suona in continuazione, anche quando uno si trova fuori a cena. Quell'odioso blackberry lasciato eternamente acceso così si possono controllare subito le mail della posta elettronica e il partner prima o poi su quegli stessi aggeggi ti farà arrivare la richiesta di divorzio. Molti hanno confessato che il telefonino devasta l'armonia familiare e un buon 40 per cento dei soggetti sono convinti che i loro compagni li tradiscano. Proprio un bel quadro per un'età che dovrebbe essere quella in cui si dovrebbe aver raggiunto la piena maturazione in tutti i sensi. Invece eccoli qui, questi poveri essere umani schiavi di un lavoro insoddisfacente che si può perdere in ogni momento, infelici perché troppo soli e troppo stanchi. I risultati dello studio hanno stupito i loro autori per primi.
«Tradizionalmente la crisi di mezz'età colpisce l'uomo verso i 50 anni - spiega Cary Cooper, docente di psicologia occupazionale che ha curato il progetto - forse di più quelli non felicemente sposati che sentono il bisogno di tornare giovani e così iniziano a comportarsi come tali. Comprando una macchina sportiva o lasciando la moglie per una modella. Era soprattutto a questo gruppo che la ricerca si rivolgeva, ma i dati hanno fatto emergere con prepotenza la realtà del gruppo più giovane. Erano loro ad essere i più soli, imprigionati nella loro carriera, con poco tempo da dedicare alla relazioni interpersonali». «Non sto dicendo che dobbiamo prendere ad esempio il modello francese delle 35 ore settimanali lavorative - conclude il professore - in questo momento c'è bisogno di impegnarsi a fondo, ma dobbiamo essere più intelligenti, trovare una soluzione. La tecnologia ti permette anche maggiore flessibilità e più produttività e questo è un messaggio che molti uomini non hanno ancora compreso. Relate è un'organizzazione che offre consulenze familiari, molte delle quali proprio ai quarantenni smarriti». «Quando la vita diventa veramente difficile - spiega il direttore esecutivo Claire Tyler - se stai mettendo su famiglia, lo stress sul lavoro può diventare enorme e le preoccupazioni finanziarie devastanti».

Tanto che prestare attenzione all'altro diventa praticamente impossibile come hanno dichiarato sia uomini che donne. La cosa più fastidiosa del loro matrimonio è non essere ascoltato. Coraggio allora, che i 50 anni arrivano in un attimo.

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