Cronaca giudiziaria

"Voglio convertirmi al cristianesimo". E lo straniero picchia la moglie

Un trentaseienne nordafricano è stato condannato a due anni (con la condizionale) per maltrattamenti, a Treviso. Era stato accusato di aver insultato, minacciato e aggredito più volte la moglie, dopo che quest'ultima aveva esternato l'intenzione di convertirsi al cristianesimo

"Voglio convertirmi al cristianesimo". E lo straniero minaccia e picchia la moglie

Ascolta ora: ""Voglio convertirmi al cristianesimo". E lo straniero minaccia e picchia la moglie"

"Voglio convertirmi al cristianesimo". E lo straniero minaccia e picchia la moglie

00:00 / 00:00
100 %

Era finito a processo con l'accusa di maltrattamenti. Era stato accusato di aver insultato, minacciato e picchiato l'ormai ex-moglie, dopo che quest'ultima aveva esternato l'intenzione di convertirsi al cristianesimo. E nelle scorse ore, è stato condannato in primo grado a due anni di reclusione con la condizionale. Protagonista della vicenda che arriva dalla provincia di Treviso è un uomo di 36 anni, originario dell'Africa del Nord. Stando a quanto riportato dalla testata online TrevisoToday, tutto iniziò nel 2017 quando la donna, per metà nordafricana, avrebbe deciso di lasciare l'islam e di diventare cristiana. Una scelta che il marito non avrebbe affatto accolto di buon grado: prima avrebbe iniziato ad insultarla, dandole della prostituta. Poi l'avrebbe minacciata di morte.

"Devi morire, sei una handicappata, io posso decidere su di te qualsiasi cosa" , una delle frasi che secondo l'accusa le avrebbe rivolto. La violenza familiare sarebbe degenerata in una vera escalation a partire dall'anno successivo. Nel 2018 infatti, mentre la donna si trovava a far visita alla madre (residente nell'hinterland trevigiano) un litigio legato al suo passaporto avrebbe visto lo straniero passare dalle aggressioni verbali a quelle fisiche: avrebbe afferrato la consorte per il collo, con un mano, e con l'altra le avrebbe chiuso la bocca per impedirle di chiedere aiuto. Poi l'avrebbe colpita con degli schiaffi al volto, facendola sanguinare. La presunta vittima avrebbe manifestato più volte le proprie intenzioni circa la sua fede religiosa e il trentaseienne avrebbe sempre reagito in maniera violenta. L'accusa contestava all'imputato altri due episodi, in particolare: nel primo caso, mentre stavano per sedersi a tavola, l'uomo avrebbe impugnato un coltello e minacciato l'allora coniuge.

Nel secondo, al termine dell'ennesima discussione, il magrebino le si sarebbe avvicinato minacciando di investirla con l'automobile. "Adesso ti cavo gli occhi - avrebbe detto - e poi ti metto la testa sotto le ruote dell'auto". Fino a quando la donna, stanca della situazione, denunciò tutto alle forze dell'ordine. I due posero fine alla loro relazione e la donna si è poi convertita al cristianesimo. Il trentaseienne straniero, dal canto suo, aveva respinto tutte le accuse. "Lei ha cambiato religione quando ci siamo separati - la sua versione - è tutta un'invenzione perché voleva liberarsi di me, tenersi i bambini e non fare ritorno al mio Paese". Una ricostruzione che non sembra tuttavia aver convinto il giudice.

Alla donna dovranno infine essere versati 10mila euro di provvisionale, mentre il risarcimento del danno dovrà essere quantificato nel processo civile.

Commenti