Cronaca locale

Balletti e slot-machine: così le borseggiatrici prendono in giro le vittime dopo i furti

Le borseggiatrici si mettono in mostra, esibiscono i loro bottini sui social e ai malcapitati non resta che rassegnarsi a non rivedere più il maltolto

Balletti e slot-machine: così le borseggiatrici prendono in giro le vittime dopo i furti

Le borseggiatrici a Milano sono diventate quasi la normalità: impossibile non notarle mentre si aggirano tra i vagoni della metropolitana, dal centro alle periferie, alla ricerca delle loro vittime. Ormai, chi sale su uno dei treni urbani sotterranei del capoluogo lombardo sa che deve guardarsi le spalle. In tanti camminano guardinghi anche all'interno dei tunnel che collegano le banchine con la superficie o con le varie linee. Le borseggiatrici vengono riprese, segnalate, indicate e monitorate ma nulla sembra farle desistere dai loro intenti. Anzi, più si alza l'attenzione sul loro operato e più sembrano goderne, mostrandosi loro stesse sui profili social con il risultato delle loro malefatte: banconote, borse e orologi di lusso sono il loro bottino preferito.

Ci sono perfino delle squadre di privati cittadini che, a turno, trascorrono volontariamente e senza alcun tornaconto economico, parte delle loro giornate a bordo dei vagoni o nelle stazioni delle metropolitane per segnalare le borseggiatrici e mettere in guardia gli ignari passeggeri. Ma le donne, che sono solitamente di etnia rom, non si scoraggiano e, anzi, sbeffeggiano e aggrediscono chi tenta di disturbarle. Dicono che questo è il loro lavoro, lanciano caffè, strani intrugli e sputano chi fa notare ai presenti la loro presenza. Quel che fa davvero arrabbiare i poveri malcapitati che finiscono nelle loro grinfie, oltre al fatto che sottraggono impunemente effetti personali altrui, è la strafottenza con la quale condividono pubblicamente i contenuti sui social. Si riprendono mentre sfogliano mazzette di banconote sottratte dai portafogli, spesso dei turisti, utilizzate anche per giocare alle slot-machine.

E, ancora, realizzano TikTok sui vagoni prendendo in giro i poveri passeggeri che temono per i loro averi. Registrano video con indosso tutte le borsette sottratte nel corso delle loro scorribande e con al polso gli orologi rubati. E a chi capita di finire vittima delle loro malefatte non resta altro che rassegnarsi, perché molto difficilmente riusciranno a recuperare il maltolto: è quasi impossibile rintracciarle nonostante non facciano niente per nascondersi. Questa è una delle tante facce oscure di Milano, una città che si vanta di essere cosmopolita e di guardare al futuro ma che non riesce a tutelare né i suoi cittadini o pendolari e nemmeno i turisti, che spesso lanciano appelli social per provare a recuperare quanto loro rubato.

L'immobilismo di Sala davanti a tutto questo fa il paio con la sicumera di queste persone di restare impunite. I sorrisi beffardi nei video lo dimostrano chiaramente, così come la loro sfida ai passeggeri che provano a fermarle: appena qualcuno cerca di afferrarle mentre sono intente a compiere l'ennesimo furto, urlano, gridano e si buttano in terra come navigate commedianti. E se vengono fermate dalle forze dell'ordine, sanno che la legge non prevede per loro il carcere ma la denuncia a piede libero, soprattutto se sono in stato interessante. Come può tutto questo essere compatibile con la visione di una città moderna e sicura? Purtroppo, anche a causa di questi episodi, la percezione di sicurezza in città è ai minimi storici e ai passeggeri non resta altro da fare che arrangiarsi e proteggersi da soli, perché tanto da Palazzo Marino non arriveranno mai risposte valide a quella che sembra essere diventata una piaga endemica e radicata per Milano.

Con buona pace di chi la considera ancora la "grande Milano".

Commenti