Simone FinottiChecché ne dicano i soliti cantori dell'età dell'oro, nemmeno a inizio Novecento era facile fare impresa: erano momenti di gravi tensioni sociali, le materie prime non piovevano dal cielo e mai come allora gli equilibri internazionali fra le potenze erano appesi a un filo. Ci voleva tanta competenza, una buona dose di coraggio, ma soprattutto qualcuno che l'imprenditoria ce l'avesse nel sangue: come Giorgio Enrico Falck, che centodieci anni esatti or sono, il 26 gennaio del 1906, fondava a Milano la Società anonima Acciaierie e Ferriere Lombarde, poi divenuta, nel 1931, Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck.L'attività metallurgica era già da tempo nel dna dei Falck: classe 1866, il fondatore portava nel suo nome l'impronta del nonno, il francese George Henri Falck, militare e ingegnere meccanico specializzato, guarda un po', in siderurgia. Titolo che gli valse, nel 1833, la chiamata alla direzione delle Acciaierie di Dongo, di proprietà della famiglia Rubini. Fu qui che il figlio, anch'esso Enrico, sposò Irene Rubini e diede alla luce Giorgio Enrico Falck. Che a quarant'anni giusti, dopo gli studi a Zurigo, si sentì pronto a scommettere sulla sua nuova vita di capitano d'industria: fondamentale fu l'aiuto dello zio materno Giulio, un pezzo grosso dell'epoca, ministro sotto Salandra, Sonnino e Giolitti e presidente di Assometal. Iniziava così una parabola che oggi, quattro decenni dopo lo spegnimento degli ultimi forni, continua con successo nel settore delle rinnovabili. Come sede per i primi stabilimenti fu scelta Sesto San Giovanni, strategica per il facile approvvigionamento di rottame, le abbondanti fonti d'acqua e il carbone tedesco, che arrivava via treno. Orgoglio milanese e italiano, nei trent'anni successivi l'azienda sviluppò una fitta rete di nuovi stabilimenti per la produzione dell'acciaio.La vocazione per il settore dell'energia ebbe inizio proprio in questi anni, quando la Falck fu tra le prime, in Italia, a scommettere sull'idroelettrico costruendo diversi impianti. Dopo la II Guerra Mondiale, la Falck, giunta ormai alla quarta generazione di imprenditori, conobbe una stagione di grande crescita: nel 1963 contava 16mila dipendenti e si quotò in Borsa. Nel 1971, Falck era il maggiore produttore siderurgico privato in Italia. Subito dopo, però, iniziò il declino del settore. I Falck risposero ancora una volta con grande senso dell'innovazione: risale ai primi anni Novanta la svolta sostenibile, che portò il Gruppo ad indirizzarsi verso la produzione di energia da fonti rinnovabili, oggi divenuta l'attività principale.
Il decennio successivo vide un notevole sviluppo di Sondel, la controllata che si occupava di idroelettrico, attraverso un programma di costruzione di centrali di cogenerazione alimentate a gas naturale. A fine 2012 si è concluso il progetto di consolidamento delle varie attività di produzione di energia da fonti rinnovabili del gruppo: Falck Renewables SpA produce oggi energia da eolico, solare e biomasse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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