Costretta a sposarsi con l'inganno dai familiari, l'audio choc di una giovane musulmana

La storia della nonna malata come scusa, poi l'arrivo in Bangladesh e l'appuntamento con lo sposo impostole dai genitori

Costretta a sposarsi con l'inganno dai familiari, l'audio choc di una giovane musulmana
00:00 00:00

È stata convinta con l'inganno a recarsi in Bangladesh, dove è scattata la trappola ordita dai parenti per costringerla ad accettare il matrimonio combinato con un facoltoso uomo di 10 anni più grande: la vicenda choc che ha visto protagonista una ragazza musulmana appena maggiorenne residente a Rimini, si è conclusa col lieto fine, vale a dire col suo ritorno in Italia e il fermo dei genitori, ma la giovane ha dovuto sopportare ogni genere di abuso.

Per quasi un anno è stata rinchiusa in casa, privata di documenti e carte di credito, picchiata e addirittura drogata, il tutto con lo scopo di piegare la sua volontà ad accettare le nozze imposte e a restare incinta fin da subito. A ripercorrere la storia della giovane un servizio andato in onda a Dritto e Rovescio, trasmissione in cui sono stati diffusi anche degli audio choc che testimoniano la drammaticità della vicenda.

La ragazza sarebbe stata narcotizzata dopo aver rifiutato di concedersi fisicamente al marito scelto dal padre, il cui obiettivo era quello di far sì che rimanesse incinta il prima possibile. Sono i servizi sociali di Rimini da lei contattati a raccogliere la sua richiesta di aiuto: "Voglio tornare in Italia. Se resto qui mi uccidono. Non voglio fare la fine di Saman", scrive la neo sposa. Poi arriva il contatto con un'attivista, che al telefono con l'inviata del programma televisivo ricorda che cosa le diceva la giovane: "Che era stata chiusa in un appartamento, che non poteva uscire se non accompagnata e che le era stato tolto il telefono". Oltre ciò,"i genitori l'avevano costretta ad avere una sessualità, dei rapporti, quello era un peso grande", spiega ancora la donna."I genitori le dicevano che se lei non faceva questo avrebbe rovinato la famiglia. Che lei doveva sottostare, che il padre sarebbe morto dalla vergogna di non aver saputo comandarla".

Negli audio trasmessi in diretta emerge tutta la sua disperazione. "Ho chiesto aiuto a tanti parenti e mi hanno detto di accettare la mia situazione. Che ormai sono sposata, che non si può tornare indietro e che devo cercare di fare funzionare il matrimonio", ricorda la vittima. "Vogliono che io abbia un bambino...i primi giorni del matrimonio non riuscivo neanche a guardare in faccia mio marito", racconta ancora, "perché non è la persona che amo, che mi piace. Avere un bambino da lui sarebbe stato la fine".

È il punto di non ritorno, ma la ragazza, assumendo di nascosto degli anticoncezionali, riesce a evitare di restare incinta. Preoccupati per il fatto che la gravidanza non arrivasse, i genitori acconsentono alla richiesta di tornare per qualche tempo a Rimini, nella speranza che il viaggio potesse avere dei benefici. Ad attenderli all'aeroporto, tuttavia, ci sono i carabinieri, che la portano in salvo.

L'incubo continua anche dopo, coi genitori che la minacciano. "Tu patirai fino alle ossa. Allah ti punirà in qualche modo", "Che Allah ti faccia soffrire ogni giorno, come ho sofferto io", si sente in alcuni audio inviati alla ragazza. La comunità musulmana di Rimini sostiene i familiari in modo compatto: "Comanda il padre, chi sposare lo decido io, che mi metto già d'accordo", rivela un uomo col volto coperto intervistato dalla trasmissione. "Secondo me è tutta colpa di sua figlia", commenta un altro, "perché la sua mentalità non va bene e ha cambiato anche 3 o 4 ragazzi".

"Una femmina che viene qua in Europa lo sa che qui si vive in libertà, ma nel nostro Paese non fanno così. Se ti si dice 'Lo devi sposare' lo fai, è meglio non portare tutta la famiglia qua", considera un ultimo intervistato.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica