Cronaca locale

"Nulla sarà come prima". Gli amici e il fidanzato di Michelle, tra paura e disperazione

Le testimonianze degli amici e del fidanzato di Michelle, la ragazza la cui vita è stata spezzata il 28 giugno, intervistati da ilGiornale.it. Tra lacrime e disperazione: la vita di chi ora ha paura di uscire di casa

Omicidio Primavalle: "Nulla sarà come prima". Gli amici e il fidanzato di Michelle, tra paura e disperazione Esclusiva

"Dovete stare tutti con il sorriso perché è questo che vuole lei, non piangete, lei non lo vuole" chiede F., il fidanzato di Michelle Maria Causo rimasto solo dopo l'omicidio di Primavalle che ha visto come vittima la sua fidanzata. Arriva in silenzio, guarda i fiori ed i numerosi bigliettini lasciati da amici, conoscenti e residenti in ricordo di una bella ragazza sorridente di 17 anni brutalmente uccisa con 20 coltellate da un coetaneo che conosceva. Indossa una maglietta con le loro foto, una data simbolo del loro amore, poi quella della sua morte, il 28.6.2023 ed il suo messaggio "Sei il mio sole, ora è buio senza te”.

Deposita tra i pupazzi e fiori lasciati una sua foto che tiene prima stretta sul cuore, poi alla richiesta dei giornalisti di raccontarli un suo ricordo dice "Eccolo, sta là," indicando la foto, "guardate che sorriso che ha, i suoi occhi". Riprende la foto e dalla macchia urla affranto "Ciao amore mio, ciao".
Si respira un dolore immenso tra gli amici che le sono stati vicini fino alla fine della sua giovane vita, tra quelli che l'hanno vista qualche giorno prima o quelli fino a 4 mesi fa; sofferenza tra chi abita in zona, tra chi non la conosceva. Parlano gli sguardi, le lacrime, i silenzi, i singhiozzi, non si riesce a trattenere le lacrime.

"Ho provato il dolore del ragazzo - il fidanzato F. che voleva sposarla - perché stavamo a casa insieme, è brutto vedere un amico che soffre e dice che 'me l'hanno uccisa come un cane' buttata dentro ad un carrello", racconta l'amico E. parlando del momento in cui il fidanzato è venuto a conoscenza del brutale delitto. "A 17 anni non puoi avere una cattiveria del genere", continua devastato E. con il quale Michelle aveva trascorso di recente dei giorni di vacanza assieme a tutta la comitiva.

Dal luogo del delitto, in via Giuseppe Dusmet, ossia dall’appartamento di O.D.S., il ragazzo 17enne accusato dell’omicidio, al luogo dove ha lasciato in un carrello della spesa il corpo di Michelle sono più di 250 metri. Avrebbe percorso, quindi, nel primo pomeriggio del 28 giugno, una lunga strada per via Borgia, con le auto che giungevano contromano rispetto a lui, ma nessuno poteva immaginare che quel carrello potesse contenere un orrore disumano.

Tanti sono i ragazzi e le ragazze sul posto del ritrovamento del cadavere di Michelle, ognuno partecipa al dolore con il proprio modo di esprimersi, tra pianti, lacrime, carezze, abbracci, silenzi, sguardi e anche rabbia per il vile delitto. Ma tocca il cuore anche il futuro di questi ragazzini che non sarà mai più lo stesso dopo la perdita della cara amica: ora sono segnati dalla paura e dal terrore di conoscere persone nuove e fidarsi nuovamente.

"È cambiato tutto," affermano. “Ha stravolto la mente di tutti questa cosa” dice un'amica della vittima, seduta con le mani sul viso.“Siamo nate qua, ora dobbiamo vivere con la paura che da un momento all’altro ci fidiamo della persona sbagliata ed ecco la fine che facciamo”. Hanno paura i ragazzi, anche semplicemente di uscire di casa. "Lei non lo poteva sapere, si è fidata ed ecco qua quello che è successo. Per me al mondo d'oggi non ti puoi fidare più di nessuno" ripete un'altra sua amica in un pianto controllato.

Mi tremano le gambe, ho il cuore a mille ogni volta che passo da quel luogo," confessa un altro ragazzo di 17 anni. Luogo che si trova proprio dietro casa sua e che ora è diventato un luogo di paura, che ricorda un delitto efferato e tanta sofferenza per tutti.

“Quel ragazzo lo abbiamo visto mille volte, poteva capitare a me, a lui”, ripetono impauriti. “Quando scendo di casa, vedo proprio la paura, non sai cosa ti puoi aspettare. Li vedi in giro, magari abitano vicino a te e non sai cosa ti aspetta", aggiunge un’altra amica con parole rotte dal pianto. Il rammarico per alcuni è anche quello di averla potuta salvare se solo avessero saputo del pericolo incombente, se qualcuno fosse giunto in tempo l’avrebbe potuta soccorrere o avrebbe potuto sentire delle urla.

In un quartiere dove tutti si conoscono e si aiutano, raccontano cittadini e ragazzi, ora regna la paura, la devastazione, la difficoltà ad andare avanti.

Ascoltarli è davvero struggente, trattenere le lacrime è un'impresa impossibile, ma è importante che vadano ascoltati affinché gli adulti li aiutino a superare orrori come questo, difficoltà, degrado, dolori e delusioni. Ma gli adulti sono sempre capaci di ascoltarli? "Per risolvere le cose devi parlare, ma ci deve essere anche qualcuno che ti ascolta”, commenta uno dei compagni di Michelle, un insegnamento di un 17enne per l'intera "generazione" di adulti. Erano vari gruppetti di ragazzi e ragazze, tutti a vegliare su quel maledetto posto. "Buttata nella spazzatura come immondizia, non si può accettare," dicono.

Gli adulti e soprattutto le Istituzioni adesso ancora di più devono agire con gran fretta, arrivare prima salva la vita.

Riposa in pace, piccola vita spezzata, ancora una volta commemoriamo la morte e vite distrutte, non se ne può più.

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