Cronaca di vita quotidiana tra le pagine della «Gazzetta»

È toccante leggere oggi sulla Gazzetta Nazionale della Liguria, nello stile forbito dell'epoca, la cronaca della vita quotidiana a Genova nei due mesi dell'assedio, tra il 21 aprile e il 4 giugno 1800. Il numero del 24 maggio dedica spazio al problema più grave, quello di sfamare la popolazione. «L'Istituto Nazionale è stato consultato dalla Commissione di Governo sulla qualità delle erbe, che potessero sostituirsi ai legumi, che vanno giornalmente mancando, e le sezioni di Botanica, e Fisica riunite hanno proposto alcune erbe innocue, e nutritive per l'uso delle minestre, ed altre che possono generalmente adoprarsi ad uso d'insalate come cicoria silvestris (…) varie specie di cardi, e di gramigna...». Al posto dei dolci, si ricorre al seme di lino: «Abbrustolito, e quindi macinato s'impasta col miele a parti uguali...». Per tenere alto il morale dei lettori, il cronista non rinuncia al senso dell'umorismo. «Anche i più delicati molini a caffè, lavorati in ottone ed in ebano, si sono democratizzati fino a macinare la vena, il granone, e la biada, cibo un giorno del volgo, e de' cavalli. L'impazienza di macinare è degenerata in furia, e in mania.

I molini sono ammessi alle più brillanti conversazioni, e la conversazione si raggira ordinariamente sui molini. Ci hanno anzi assicurato, che qualche Bella, in luogo del ridicule (borsetta) o sac à ouvrage (borsa da lavoro) abbia portato seco al passeggio il suo molinetto in argento, col suo pacchetto di grano da macinare».

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