Cronache

Abusi, frase choc di un vescovo: "Non obbligato a denunciare"

In un'intervista monsignor Domenico Sigalini ha dichiarato di non avere l'obbligo di denunciare un sacerdote che commette abusi

Abusi, frase choc di un vescovo: "Non obbligato a denunciare"

La Chiesa cattolica sta vivendo una fase complessa della sua storia, ma c'è pure chi, in materia di abusi​ e pur appartenendo alle alte sfere ecclesiastiche, segnala di non essere obbligato a denunciare un sacerdote che si rende responsabile di un atto di pedofilia.

Papa Francesco ha anche convocato un summit straordinario in Vaticano durante lo scorso febbraio, riunendo tutti gli episcopati mondiali, ma i moniti lanciati in quella circostanza, tanto dal pontefice argentino quanto da altre figure autorevoli della spiritualità e della gerarchia cattolica, forse, non sono stati sufficienti. A segnalare come un vescovo non si trovi nella situazione obbligata di procedere per mezzo di una denuncia è stato monsignor Domenico Sigalini, già incaricato a Palestrina, in provincia di Roma, all'interno di questa intervista rilasciata a La Fede Quotidiana​.

Il presule ha spiegato come "da vescovo" non abbia "alcun dovere di denunciare il sacerdote pedofilo". E questo perché, stando alle dichiarazioni del consacrato, il "compito" sarebbe ascrivibile ai genitori - o meglio a chi esercità la potestà genitoriale - della presunta vittima. Ma il monsignore ha specificato pure come siano già presenti "la legge di Dio" e il "diritto canonico". Quasi come a dire che a sanzionare la persona che ha commesso un abuso ci penseranno dall'alto. "Semmai - ha proseguito Sigalini all'interno della sua riflessione - io li aiuto di buon grado in questa operazione, li assisto e facilito il compito. Da vescovo - ha concluso - ho il dovere di aiutare il prete a cambiare la sua condotta. Come pastore devo aiutarlo a correggere il suo modo di comportarsi".

Chi è deputato a gestire una diocesi, quindi, dovrebbe limitarsi a supervisionare il caso? L'Australia, qualche tempo fa, ha cercato d'imprimere un cambio di mentalità, promulgando una legge che costringe i consacrati che celebrano il sacramento della confessione a rivelare quanto dichiarato durante quello stesso sacramento nel caso il contenuto della confessione riguardi degli abusi sessuali.

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