Economia

Allarme airbag difettosi: controlli su 30 milioni di veicoli

Oltre 30 milioni di airbag per auto sarebbero difettosi: è l'allarme lanciato dal dipartimento dei Trasporti degli Usa su alcuni dispositivi giapponesi. La vicenda non è nuova ed ha già provocato numerose vittime

Allarme airbag difettosi: controlli su 30 milioni di veicoli

Allerta e preoccupazione mondiale sugli airbag di oltre 30 milioni di veicoli costruiti da circa 20 case automobilistiche diverse. Il motivo? Possibile difetto di fabbricazione.

L'allarme sugli airbag giapponesi

Sotto la lente di ingrandimento sono finiti gli airbag Takata, azienda giapponese di componenti automobilistici che aveva stabilimenti di produzione in quattro continenti, con la sua sede europea situata in Germania. In realtà, nel 2013, una serie di morti e feriti associati a dispositivi di gonfiaggio difettosi nella loro controllata messicana "Tacata Airbags", aveva portato l'azienda a richiamare 3,6 milioni di auto dotate di tali airbag. L'indagine odierna, invece, era stata tenuta sotto silenzio (forse per questo inquietante precedente) ma è emersa grazie all'agenzia Reuters che cita un documento governavito.

Quali sono le auto

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), agenzia che fa parte del dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, ha aperto un'indagine su veicoli costruiti tra il 2001 e il 2019 con l’airbag giapponese in questione. In questo pasticcio figurano tutte le case automobilistiche più importanti: Honda, Ford, Toyota, General Motors, Nissan, Subaru, Tesla, Ferrari, Mazda, Dalmier, Bmw, Chrysler (che ora fa parte del gruppo Stellantis), Porsche, Jaguar Land Rover. Al momento, nessuna azienda ha voluto commentare la notizia che non avrebbe colto più di tanto di sorpresa questo settore visto che da almeno 10 anni il sistema di protezione finisce sistematicamente nel mirino: cinque anni fa il cuscino salvavita era stato considerato a "rischio esplosione" con la Honda americana che in comunicato aveva ammesso alcuni problemi a seguito della morte del guidatore di una Honda Accord costruita nel 2002.

Le vittime degli airbag

Più di 100 milioni di gonfiatori sono stati richiamati negli ultimi 10 anni, di cui 67 milioni solo negli Stati Uniti: oltre 400 persone sono rimaste ferite ed almeno 28 morti a livello globale. "Sebbene non sia stato identificato alcun rischio attuale per la sicurezza, è necessario ulteriore lavoro per valutare il rischio futuro di gonfiatori essiccati non ritirati", ha affermato NHTSA nella sua analisi. "Sono necessari ulteriori studi per valutare la sicurezza a lungo termine dei dispositivi di gonfiaggio essiccati", si legge sul quotidiano The Hill. Già nel febbraio 2020, l’agenzia federale aveva chiesto il ritiro per un check-up di 56 milioni di veicoli, dei quali erano stati trovati airbag difettosi in quasi 16 milioni di modelli. Il 70% del totale, poi, è stato sostituito. L’indagine aveva messo in evidenza la presenza eccessiva o insufficiente di propellente, difetto che poteva provocare l’esplosione degli airbag o un rallentamento del loro innesco, rendendolo di fatto inutile.

La penale da un miliardo

Ma non è un problema solo di Honda: nel 2018 era stato il turno della Toyota mentre nel 2017, anno in cui l’agenzia federale ordinò controlli su 42 milioni di auto, aveva fatto scalpore l’immagine del vice sceriffo Danny Beckworth mentre mostrava ai reporter ciò che restava di un airbag insanguinato che aveva ucciso in Texas una ragazza di 17 anni. Il cuscino salvavita era esploso, sparando come un proiettile sul collo della guidatrice una barra di metallo. L'azienda produttrice, la Takata, aveva accettato di pagare una penale di un miliardo di dollari per chiudere una vertenza con il dipartimento Giustizia riguardante undici incidenti mortali. Tre anni prima, nel 2014, era toccato alla Ford e alla Chrysler ritirare i modelli.

Adesso, dopo sette anni, il sistema è nuovamente sotto attacco: purtroppo, però, il numero delle case automobilistiche a rischio è aumentato vertiginosamente.

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