Cronache

Allerta per le piazze, rischio infiltrazioni

Si teme l'arrivo dei black block da fuori. Fari su antagonisti e anarchici.

Allerta per le piazze, rischio infiltrazioni

Roma. Dai black bloc da Austria, Germania e Svizzera, agli antagonisti romani e gli anarchici milanesi. Nel corteo di oggi pomeriggio promosso dai Cobas e dalla rete Friday for Future le forze dell'ordine si aspettano di tutto, compresi i neofascisti di Forza Nuova, orfani dei loro capi storici e «decisi a non mollare». Due le emergenze, fra le tante, cui dovranno fare i conti poliziotti e carabinieri in stato d'allerta già da lunedì. La prima, la più a rischio, è quella che vedrà sfilare gli Anti G20 da piazzale Ostiense, passando per Testaccio, lungotevere e finendo alla Bocca della Verità. Una piazza «negata» dopo gli scontri del 9 ottobre e che torna al centro delle proteste. La seconda a San Giovanni, la «piazza» per eccellenza dei sindacati italiani, scelta, tra gli altri, dal Pc, dal Centro Culturale Italiano e dal gruppo Fb «Contro la Fornero». Tutti «contro il governo Draghi e dei banchieri». E se la seconda non preoccupa più di tanto le forze dell'ordine, la prima è a massimo rischio. In teoria un corteo pacifico fra lavoratori, ambientalisti, studenti contro i grandi del pianeta. In pratica un calderone in cui ci si aspetta di tutto, dai No vax e No green pass, ai neofascisti e ai gruppettari dei centri sociali.
Un allarme lanciato dagli stessi dirigenti di polizia. «È una situazione straordinariamente complessa - spiega Girolamo Lacquaniti, portavoce dell'Associazione nazionale funzionari di polizia - perché ci sono elementi che ci indicano il rischio di infiltrazioni, che capitano spesso in manifestazioni, ma anche che possano unirsi, coalizzarsi mondi diversi dell'eversione, tanto l'ultradestra che l'ultrasinistra. Lo scenario non è facile, abbiamo pagato sulla nostra pelle come siano cambiate le dinamiche dei cortei non pacifici con l'uso di messaggistica istantanea, che consente a queste persone di organizzarsi in modo rapido». «Che ci sia qualche presenza straniera - conclude Lacquaniti - è un elemento che sembra trovare riscontro. Il problema è sempre quante sono le presenze e come i diversi cortei, aiutati da noi, saranno impermeabili a un rischio di infiltrazioni che sicuramente c'è ma non ci deve condizionare». Su Telegram il gruppo «Basta Dittatura» è pronto a lottare e gli antagonisti del collettivo Militant hanno già piazzato uno striscione, subito rimosso, su un ponte davanti al Colosseo: «No al G20 dei padroni». E il Fronte della Gioventù Comunista ha coperto di manifesti le installazioni con gli obiettivi del vertice mondiale al Parco dell'Appia Antica.

Si spera solo in una variabile super partes: la pioggia.

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