Gli sbarchi proseguono senza sosta. Il numero di immigrati che ha raggiunto le coste italiane negli ultimi giorni non sembra diminuire. Flussi che portano disordini, paure, e malattie. A Taranto gli autisti di autobus, dipendenti dell'azienda Amat, sono sul piede di guerra. Ancora una volta sono stati messi a disposizione dei profughi al porto di Taranto. Come e' stato reso noto, agli stessi extracomunitari è stata riscontrata la malattia infettiva chiamata scabbia.
Hanno paura e vogliono spiegazioni immediate da parte di Prefettura e Asl.
Le richieste vengono fatte a gran voce da parte dei sindacati di categoria Faisa Cisal, Ugl Trasporti e Sinai. “E’ doveroso ricordare” rimarcano “che il personale autista dipendente della Società Amat è stato assunto per assolvere all’obbligo del Trasporto Pubblico Locale e non al trasporto degli extracomunitari e non solo, dagli ultimi dati in nostro possesso risulterebbe che un importante numero di bus non è in esercizio per deficit tecnico. La sottrazione di ulteriori bus al servizio della città per far fronte all’emergenza profughi, implica un minor numero di mezzi a disposizione. Per queste ragioni chiedono fortemente un incontro urgente nella quale la società Amat spieghi con quale criterio si svolge il servizio nella città di Taranto. A questo si aggiungono gli episodi di aggressione ai lavoratori, non ultimo quello accaduto ad un verificatore titoli di viaggio ed al vigilante, che hanno tra l’altro, riportato ferite guaribili in più o meno venti giorni.
Sugli immigrati, comunque, la polemica è feroce. Continua in maniera massiccia ed incessante l’afflusso di clandestini ed aspiranti profughi, sul nostro territorio nazionale, dal Canale di Sicilia e dalle frontiere del nord-est.
Navi di Paesi europei, raccolgono in mare migranti che, con gommoni o altro, cercano di raggiungere la nostra costa. I Paesi Ue discutono se e come accogliere 40.000 profughi, alcuni di essi non vogliono accogliere nessuno. Ma forse nessuno ha considerato che in Italia, 40.000 migranti, arrivano in un mese circa.
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