Cronache

"In autunno rischio catastrofe". L'effetto siccità sulla spesa degli italiani

Coldiretti lancia l'allarme sul pericolo di un'ulteriore fiammata dei prezzi dei generi alimentari in autunno per effetto della siccità. L'appello del presidente Prandini: "Intervenire ora per limitare i danni"

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L’Italia continua ad essere stretta nella morsa della sete. La situazione più critica è quella della Pianura Padana, dove la portata dei fiumi continua a calare e l’avanzamento del mare nel delta del Po è arrivato alla quota record di 30 chilometri. Ma la mancanza di precipitazioni e le alte temperature fanno scarseggiare l’acqua anche nelle regioni più a sud. Nelle Marche si rischia il razionamento, mentre in Toscana e nel Lazio i bacini, compreso il Tevere, che si sta abbassando di cinque centimetri al giorno secondo l'Anbi del Lazio, a tratti assomigliano sempre di più a delle paludi. Il governatore lombardo, Attilio Fontana, oggi ha detto che l’acqua per l’uso agricolo sarà disponibile senza problemi fino al 9 luglio. "Poi se non piove è preoccupante", avverte il governatore. Al nord, nella "food valley" italiana dove viene prodotto un terzo dell’agroalimentare Made in Italy, sono circa 300mila le imprese agricole a rischio. E su tutto il territorio nazionale almeno un imprenditore agricolo su 10 potrebbe decidere di rinunciare a portare avanti la propria attività per gli effetti combinati di siccità e guerra in Ucraina.

Il danno calcolato dalla Coldiretti si aggira attorno a 3 miliardi. "Ma è una stima a ribasso", avverte il presidente Ettore Prandini. Quella che si è abbattuta sugli agricoltori italiani è una tempesta perfetta: da un lato l’aumento dei prezzi dell’energia, dall’altro la perdita della capacità produttiva. "Ci sono delle zone del bresciano, del bergamasco, del mantovano, dell'Emilia Romagna, del Veneto e del Piemonte, dove chi non poteva contare su un sistema irriguo efficiente ha perso fino al 70 per cento del raccolto", ci spiega al telefono il rappresentante dei produttori. A soffrire di più sono i campi di mais e le fienagioni, ma anche la frutta e la verdura che senza acqua a sufficienza non riescono ad arrivare a maturazione.

Già in queste settimane le conseguenze nefaste della penuria di acqua si vedranno sul raccolto di angurie e meloni, frutti che necessitano di un grande apporto idrico. Ma il pericolo è che la scarsità della frutta e degli ortaggi autunnali, che risentiranno della siccità di questo periodo, potrebbe determinare un’ulteriore impennata dei prezzi dei generi alimentari. Già da adesso l’associazione segnala aumenti che vanno da +10,8% per la frutta al +11,8% della verdura. Percentuali che secondo Prandini potrebbero crescere con il passare dei mesi proprio per effetto della scarsità d’acqua. Il problema riguarda anche l’allevamento: "Il mais per l’alimentazione del bestiame – spiega - non possiamo importarlo dall’estero, se manca per colpa della siccità l’unica cosa da fare è alleggerire il numero di capi allevati in Italia, con una conseguenza diminuzione in termini di disponibilità del prodotto".

Insomma, se non si interviene ora in autunno potrebbe esserci una nuova fiammata sui prezzi che metterebbe in ginocchio migliaia di famiglie italiane. "La poca acqua che c’è va totalmente dirottata sulle filiere agroalimentari, in un’ottica di tutela dei consumatori, altrimenti si rischia una catastrofe", insiste il numero uno di Coldiretti che plaude agli sforzi di governo e regioni ma allo stesso tempo chiede di affrontare il problema dei cambiamenti climatici con una visione a lungo termine. "Il problema non si risolverà con l’arrivo dei primi temporali. Purtroppo – sottolinea Prandini - questa è una situazione con cui ci dovremo confrontare, magari in modo diverso, anno dopo anno".

"L’acqua – insiste – è una risorsa strategica per chi vuole garantire produzioni di qualità: bisogna investire nei bacini di accumulo che consentirebbero di trattenere almeno il 50 per cento di acqua piovana e creare le condizioni per intervenire con i fondi del Pnrr sulla rete idrica nazionale, che al momento disperde dal 30 al 50 per cento di acqua potabile a seconda delle zone. Un lusso che nel 2022 nessun Paese si può permettere". A margine del Consiglio dei Ministri di giovedì il premier Mario Draghi ha assicurato che l’esecutivo è al lavoro per risolvere la crisi idrica con "un grande piano per l'acqua" e un aumento delle risorse stanziate nel Pnrr per risolvere criticità come quelle presenti sulla rete di distribuzione nazionale.

In queste ore il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, sta lavorando con la Protezione civile e con le regioni per assicurare gli approvvigionamenti nelle aree maggiormente in difficoltà.

Ed ha annunciato che saranno previsti dei ristori per le imprese più danneggiate.

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