Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I non fa parte dell'elenco dei relatori che oggi, a Napoli, avranno modo di relazione sulla "teologia dell'accoglienza", ma ha comunque deciso d'inoltrare una lettera al Santo Padre, che invece concluderà la due giorni organizzata presso il capoluogo campano.
L'arcivescovo greco-ortodosso ha posto l'accento sulla necessità di "elaborare" una "teologia dell'accoglienza". Esiste, quindi, una condivisione naturale tra la Weltanschauung dell'uomo nato a Imbro nel 1940 e il pontefice della Chiesa cattolica, che è appena stato accolto dal calore di Napoli e dei partenopei in funzione dell'iniziativa convegnistica. Il patriarca, nella missiva, non ha attaccato il populismo e i fenomeni politici che perseguono la linea del rigore su multiculturalismo e integrazione, ma ha fatto riferimento a una presunta distorsione concettuale, che oggi si declinerebbe nel non essere più in grado di recepire l'assolutezza morale dell'idea di accogliere, preferendo l'assunto secondo cui i popoli starebbero subendo una invasione. Il testo della missiva si può leggere su IlSismografo, che ha riportato un articolo pubblicato oggi su Avvenire.
Il dialogo ecumenico con la Chiesa ortodossa è stato perseguito da papa Francesco sin dalla sua elezione al
soglio di Pietro. Il messaggio che Bartolomeo I ha predisposto in funzione della conferenza di Napoli dimostra, ancora una volta, come la dialettica tra le due parti riguardi pure aspetti teologici ritenuti centrali da tutti.
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