Basilicata, rischio petrolio nella falda acquifera

La denuncia del leader del partito radicale Bolognetti per i pozzi di Viggiano (Potenza): "L'Eni ha ammesso le perdite"

Basilicata, rischio petrolio nella falda acquifera

“Grave rischio petrolio nelle falde acquifere” è l'annuncio shock fatto da Maurizio Bolognetti, segretario del partito radicale in Basilicata. A Viggiano, il paese in provincia di Potenza dove da anni l'Eni ha i suoi pozzi, spaventa l'idea che il petrolio possa essere finito nelle acque sotterranee col rischio di avvelenare la popolazione. A conferma di questo Bolognetti ha inviato agli organi d'informazione i dati Eni prodotti dal Gruppo ai sensi del codice dell'ambiente che, clamorosamente, confermano la contaminazione dei terreni da idrocarburi fino a 7 metri di profondità.

Dati Eni

“La perdita di idrocarburi non è stata così insignificante, se nelle comunicazioni redatte si legge - spiega Bolognetti alla ricerca della verità su questa vera e propria emergenza - che 'nell'ambito delle verifiche routinarie effettuate sui sondaggi in cui non viene rinvenuta contaminazione, sono state ritrovate tracce di contaminazione nei sondaggi denominati S12 e S15, limitrofi allo scavo ove originariamente era stato rinvenuto liquido contenente idrocarburi'”.

No, non deve essersi trattato di una piccola perdita se la stessa società petrolifera parla di una contaminazione rilevata in numerosi piezometri realizzati all'interno del Centro Olio, dove è stata registrata la presenza di composti organici volatili fino a 10 metri di profondità.

I dati di Eni confermano, insomma, che il terreno della zona industriale di Viggiano è impregnato di idrocarburi e va sempre più materializzandosi, secondo l'ambientalista lucano Maurizio Bolognetti, un grave rischio per le falde acquifere.

Altri dati Eni

Bolognetti vuole tutta la verità su quel che è accaduto nel sottosuolo del centro olio Eni di Viggiano.

Per questo insiste con una raffica di domande alle quali sarà impossibile non dare risposta: "Qual è la quantità di greggio fuoriuscita dal Centro Olio Val d'Agri? Quando è iniziatadavvero la perdita? Perché il 23 gennaio Argaip, la società che gestisce il depuratore consortile per conto dell'Asi, anziché informare le autorità preposte alla tutela della salute pubblica informa solo ed esclusivamente Eni?" Domande, e ancora domande. Per difendere il diritto di tutti a sapere.

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