Bella la moda, ma basta lolite

Chiude oggi Pitti Bimbo. Si fa sentire il calo del mercato russo

I vestiti più belli che si possano immaginare? Si sono visti a Pitti Bimbo che chiude oggi i battenti. Vestiti di tulle così sintetici da far paventare la scintilla? Anche questi si sono visti negli stand della rassegna fiorentina. Che dire poi delle sfilate ridotte di numero - organizzarne una costa circa 80mila euro - ma che ancora propongono modelle ancheggianti come piccole top, teste cotonate e improbabili gioielli, musiche da colonna sonora della più bieca telenovela piccoli che si fermano a metà passerella, piegano il capo e dalla vergogna tornano indietro? Persino il défilé de Il Gufo che ha fatto la sua fortuna con il motto «Bambini vestiti da bambino» casca sugli effetti speciali: un campo di grano, papaveri e margherite ai bordi della passerella come una cortina tanto alta da impedire agli ospiti di vedere i capi, e il rilascio di vere farfalle imprigionate fra le mani dei bambini, fuori dal set. Se proprio vogliamo insegnare il rispetto per la natura, non prendiamole neppure queste farfalle! Insomma verrebbe da dire: giù le mani dai bambini, e gridarlo soprattutto a quelle mamme che si compiacciono di baby Lolite e assurdi ometti in miniatura. Occorre un cambio di passo anche perché il settore fa i conti con il permanere delle defaillance del mercato russo, che da solo rappresentava per alcuni, oltre il 30% delle esportazioni e con un cambiamento delle abitudini d'acquisto. Se è vero che una famiglia italiana spende per vestire il proprio figlio tra i mille e i 1300 euro all'anno, è anche vero che la parte del leone nelle vendite la fanno ormai le grandi catene (vedi OVS) e che l'abito elegante si compra con parsimonia. Quindi per l'alto di gamma made in Italy non resta che l'export.

In questo senso s'infittiscono da parte degli espositori le richieste di aiuto e di strumenti per affrontare Paesi lontani, potenzialmente importanti. Insomma qualche mostra in meno, più sostegni alle imprese che hanno visto un leggero aumento dei compratori italiani, un incremento di presenze di compratori da Spagna, Francia, Belgio e Olanda.

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