Cronache

Bomba immigrati per l'Italia: "235mila in partenza dalla Libia"

L'inviato speciale Onu in Libia, Martin Kobler: "In Libia ci sono 235 mila migranti che aspettano di trovare il modo per andare in Italia"

Bomba immigrati per l'Italia: "235mila in partenza dalla Libia"

"In Libia ci sono 235 mila migranti che aspettano di trovare il modo per andare in Italia. È cruciale ristabilire la sicurezza nel Paese, per contrastare il fenomeno del traffico degli esseri umani che si intreccia con quello del terrorismo". Ne è convinto l'inviato speciale Onu in Libia, Martin Kobler, che in un'intervista alla Stampa lancia l'allarme sulla nuova possibile ondata di migrazioni. Per Kobler l'offensiva del generale Haftar contro le installazioni petrolifere è "molto preoccupante. Il petrolio appartiene a tutti i libici, non solo ad una parte. L'accordo che governa ora il Paese è chiaro, e attribuisce al Consiglio di presidenza il comando delle forze armate unite. Ho in programma incontri in Libia e con le parti interessate ad Est, per trovare una soluzione e fare in modo che l'accordo sia rispettato". Inutile negare l'esistenza di tensioni militare, precisa l'inviato Onu, ma "La Libia ha bisogno di dialogo, stabilità e unità. Io ho contattato Haftar e sono pronto ad incontrarlo, per trovare una soluzione che consenta di formare un esercito unitario, per combattere tutti insieme i terroristi e proteggere il petrolio".

A rendere instabile il Paese anche la presenza dello Stato islamico. "Molto presto l'Isis non avrà più il dominio di territori in Libia - spiega Kobler commentando l'offensiva lanciata dalle milizie libiche legate al governo di unità nazionale voluto dall'Onu - Questo è un fatto parecchio incoraggiante e capace di ispirare il paese. Nello stesso tempo, però, dobbiamo restare vigilanti, perché il terrorismo non è finito e i suoi militanti cercheranno di trasferirsi in altre regioni. Il primo obiettivo ora deve essere stabilizzare la città. A Sirte ci sono 90mila profughi che hanno dovuto lasciare le loro case. Vorrebbero tornare, ma non possono, perché i loro quartieri sono minati. Perciò noi abbiamo lanciato un appello per raccogliere 10 milioni di dollari, necessari a sminare la città e far tornare i suoi abitanti". Quanto al ruolo dell'Italia l'inviato Onu si dice "contento" dell'iniziativa di fornire un ospedale a Misurata. "Creare ora una struttura da campo nel territorio dà un segnale positivo alla popolazione.

Roma sta svolgendo un ruolo cruciale e importante, e io sono molto grato al vostro governo", ha aggiunto.

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