Cronache

Il papà di un bimbo disabile scrive alla Raggi: "Il tragitto per la scuola è pieno di buche"

Daniele, 11 anni, è affetto da una malattia che lo costringe sulla sedia rotella. Suo padre scrive alla Raggi per denunciare la presenza di buche e avvallamenti sul marciapiede che conduce a scuola: "Siamo costretti a passare a bordo strada"

Il papà di un bimbo disabile scrive alla Raggi: "Il tragitto per la scuola è pieno di buche"

Avete mai guardato con gli occhi di un diversamente abile quei percorsi minati che chiamiamo marciapiedi? Cataste di spazzatura, voragini e radici sporgenti mettono a dura prova chiunque. La cronaca è piena di storie che raccontano disavventure capitate ai quattro angoli della Capitale. Pedoni di tutte le età, ogni giorno, si ritrovano a dover scartare una ad una le mille insidie che incontrano lungo il loro cammino. E allora immaginate cosa può significare tutto questo per chi, ad esempio, è costretto su una sedia a rotelle.

Come nel caso di Daniele, di 11 anni, che non riesce neppure più a raggiungere la scuola. A denunciare l'accaduto è suo padre Massimo, che oggi ha scritto sulla pagina Facebook di Virginia Raggi alla ricerca di aiuto. "Sono il papà di Daniele, un bambino affetto da Paraparesi Spastica Ascendente e di conseguenza sulla sedia a rotelle. Daniele ha iniziato le scuole medie quest'anno e queste sono le foto di via Girolamo Cocconi, strada che dovremmo percorrere per portarlo a scuola". Le immagini documentano il tragitto che il bambino deve affrontare per raggiungere il plesso scolastico che si trova in largo Cocconi. L'asfalto che dovrebbe condurre Daniele a scuola versa in condizioni distrastrose. È sfregiato da crepe, dossi e voragini. Qui e lì si intravedono i segni di qualche rattoppo grossolano.

Così, racconta papà Massimo a IlGiornale.it, "per raggiungere la scuola siamo costretti a passare a bordo strada, con le macchine che ci sfrecciano accanto". Anche i passaggi alternativi, ci spiega, "sono ridotti nelle stesse condizioni". Senza contare che le barriere architettoniche si incontrano ovunque: "Roma – denuncia – è una città piena di ostacoli". Persino metropolitane e autobus, come abbiamo documentato nei giorni scorsi, sono spesso inagibili per chi ha problemi motori. E allora la preoccupazione di Massimo è: "Come farò a rendere mio figlio autonomo?".

Da qui l'appello alla sindaca di Roma: "Siamo o non siamo la Capitale del Mondo? Ci Aiuti, Virginia, a far sentire Daniele e i ragazzi come lui liberi di decidere di vivere la loro città senza alcuna difficoltà".

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