Cadde da balcone per sfuggire a stupro: possibile pena scontata per i colpevoli

Martina Rossi morì a Maiorca nell'agosto 2011. Condannati in primo grado due aretini, ma ora l'Appello dichiara estinto il reato di morte come conseguenza di altro reato

Cadde da balcone per sfuggire a stupro: possibile pena scontata per i colpevoli

Erano stati condannati a sei anni di carcere ciascuno nel processo di primo grado ad Arezzo. Ora, in Appello, l'accusa più grave è stata estinta per prescrizione. E la famiglia di Martina Rossi torna a rivivere un incubo.

La giovane studentessa di Genova precipitò da un balcone del sesto piano dell'Hotel Santa Ana di Palma di Maiorca dove era in vacanza perché, come hanno poi riconosciuto i giudici di primo grado, stava cercando di sfuggire a un tentativo di stupro. Era il 3 agosto 2011. La procura spagnola parlò subito di suicidio, ma i genitori della ragazza riuscirono a portare il caso in Italia.

A diversi anni di distanza, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due giovani di Castiglion Fibocchi (Arezzo) accusati di averla fatta cadere dal balcone, sono stati condannati a sei anni di carcere. I due 27enni erano stati riconosciuti colpevi di morte come conseguenza di altro reato e tentato stupro di gruppo. Ora, dall'Appello a Firenze arriva la beffa per la famiglia della 20enne. L'accusa di morte come conseguenza di altro reato è stata estinta per prescrizione e per i due giovani resta solo l'accusa di tentata violenza di gruppo.

La condanna

Come riporta il Corriere, i due ragazzi si sono dichiarati innocenti fin dal principio. La loro difesa ha sempre sostenuto che la ragazza si sarebbe suicidata perché in preda a una forma di depressione. Una ipotesi che ha mandato su tutte le furie la famiglia di Martina. Poi la sentenza ad Arezzo con la quale era stato stabilito che la giovane scivolò dal balcone perché terrorizzata. "Fuggiva da due ragazzi aretini che la volevano violentare e tentò un ultimo e disperato tentativo di mettersi in salvo raggiungendo un altro terrazzo", aveva spiegato alla corte il pm. Sei gli anni di carcere per i due giovani (tre per la morte in conseguenza di un altro reato e tre per tentata violenza sessuale di gruppo).

L'Appello

E così si è arrivati all'Appello. Come spiega la Nazione, l'accusa di morte come conseguenza di altro reato è estinta dallo scorso febbraio. Di qui il rinvio del processo a settembre 2020, con seconda udienza al 5 ottobre.

E tutto ciò potrebbe significare una sola cosa: pena scontata per i due ragazzi aretini. I loro difensori puntano invece all'assoluzione piena battendo sul suicidio della ragazza. Nel frattempo, la famiglia della giovane torna a sprofondare in un vero e proprio incubo senza avere giustizia.

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