Il pilota militare che supera la prova di volo, a Latina, deve pagare pegno con un rito di iniziazione: essere lanciato in una fontana dopo frustate e testate all'ala di un areo. Il sergente Giulia Schiff non ha gradito e ha denunciato i commilitoni. Il sergente Schiff dice che, dopo la denuncia, ha dovuto affrontare mille ostacoli. La punizione per la mancata omertà. Ci sono reati? Lo stabilirà la Procura militare. Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha chiesto chiarimenti sul fatto «gravissimo». Vedremo cosa dirà la Procura militare. Ora che l'esercito ha aperto la porta alle donne, è necessario che anche l'inevitabile cameratismo aggiorni linguaggio e azioni.
Mettiamo da parte il caso particolare, quello di Giulia, passiamo al cameratismo in generale. Se resta nell'ambito della goliardia, non trascende in violenza e la «vittima» è consenziente, possiamo forse provare a difendere una tradizione che non riguarda solo le caserme ma anche altre istituzioni, a esempio gli storici collegi universitari.
L'obiettivo della goliardia (e del cameratismo) non è sciocco. Quando si entra in un collegio universitario (a me è successo) si corre il rischio di passare quattro, cinque, sei anni senza conoscere il vicino di stanza. Ecco, la goliardia ha proprio questo scopo: evitare l'isolamento, creare spirito di gruppo, stimolare l'orgoglio di appartenere a una storia secolare. Al termine del mese goliardico (novembre) i decani, divisi per facoltà, aiutano i nuovi arrivati e si rendono disponibili per qualunque difficoltà. Le colonne (gli allievi del terzo anno) controllano che i fagioli (gli allievi del secondo anno) non si facciano prendere la mano durante le notti di goliardia. I divini (i laureandi) organizzano le attività culturali del collegio.
Le matricole per un mese sono Mqm (minus quam merdam) e subiscono angherie di ogni tipo. A mezzanotte vengono svegliate e «lucidate» con il lucido da scarpe. Capita di essere ammassati in una stanza piccola già piena di mobili (ovilatio). Molto temuta è la mattonatio che consiste nel legare lo scroto con uno spago al termine del quale c'è un mattone. La matricola sceglie la lunghezza dello spago. Il mattone viene lanciato dal mezzanino. Se la matricola ha scelto uno spago troppo corto... Non succede niente perché c'è il trucco. Può essere spiacevole farsi lo shampoo con l'acqua del cesso ma è utile per curare ego troppo sviluppati o mettere al loro posto le matricole spocchiose. Abbastanza doloroso è attraversare il cortile acciottolato in ginocchio. In refettorio ci scappa una «palacinca», un piatto dalla ricetta semplice: si prende tutto ciò che si trova sul tavolo (minestra, pane, molto aceto, carne, torta, sale, pepe) si mescola e si «serve» al malcapitato. Quando alla sera si torna in camera si scopre di essere stati «lagunati». La lagunatio consiste nel tappare il lavandino presente nelle stanze più vecchie e aprire le manopole dell'acqua. Camera inondata. A proposito, pisciare nel lavandino altrui, lasciando tracce, è considerato un gesto di stima, sempre ricambiata.
Capitano cose da denuncia? Se entri in un collegio storico sai già a cosa vai incontro. Sei consapevole che, dietro ad alcuni gesti, non c'è cattiveria. Sono riti di passaggio, a volte possono fare paura ma tutto si risolve in una risata e in amicizie indistruttibili. Quando si gioca lo «Struzzo», ambito trofeo calcistico durante il quale si sfidano matricole, fagioli, colonne e divini, tutto diventa lecito. Anche rapire il giocatore migliore degli avversari per impedirgli di presentarsi in campo. È un sequestro di persona? Naturalmente, la sensibilità è molto cambiata. In questi anni, proprio nei collegi storici, ci sono stati anche intollerabili abusi puniti dalla legge. Colpa della goliardia? No. Colpa di alcuni irresponsabili e del mancato controllo degli anziani.
Il cameratismo può degenerare in squallido nonnismo per gli stessi motivi. Goliardia e cameratismo non reggeranno. Considerata semplice bullismo o nonnismo, la goliardia sparirà nel nulla.Una tradizione secolare si inabisserà. Forse è giusto così. Forse perderemo qualcosa di importante.
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