Ma, secondo voi, il simbolo del #metoo è Barbara Bonansea o Asia Argento? È la calciatrice in calzoncini corti e maglietta accollata che porta le azzurre di calcio a vincere ai mondiali contro le australiane o l'attrice che, con il suo solito look dark e posa da ribelle, straparla di cose che non conosce in veste di improbabile giurata? Certo, lo sappiamo, le due non hanno nulla a che fare l'una (...)
(...) con l'altra. E il paragone sarebbe assolutamente azzardato e fuori luogo. Però, viene naturale accostarle perché le abbiamo viste a distanza di pochi giorni in onda sulla stessa rete, Raidue. E anche perché Asia è tornata in tv grazie alla visibilità riconquistata per la sua lotta in difesa delle donne, per la denuncia contro Weinstein e per tutto quanto ne è conseguito, compresa l'accusa di essere lei una stupratrice.
Alla domanda iniziale, il responso del pubblico è stato chiaro e illuminante. Per le giovani calciatrici c'è stato un boom di consensi: 2.826.000 spettatori con uno share del 18,5 per cento sul secondo canale cui vanno aggiunti i 704mila (con il 4,6%) che hanno visto la gara su Sky. Un risultato tanto più eclatante se si considera che il match è stato trasmesso la domenica a pranzo. Gli ascolti, sommati, sono addirittura più alti di quelli della finale di Nations League tra il Portogallo di Cristiano Ronaldo e l'Olanda in onda alla sera sul primo canale. Da Realiti, il nuovo programma cominciato in maniera disastrosa mercoledì sulla rete diretta da Carlo Freccero e di cui appunto Asia è una delle protagoniste, il pubblico invece è fuggito a gambe levate: solo 428mila spettatori pari al 2,5% di share. Tanto che ne è stato subito decretato lo spostamento in seconda serata. Ovviamente questo risultato non è da imputare all'attrice che si è trovata infilata in uno show in cui non c'entrava nulla e in cui doveva commentare lo scibile umano senza averne alcuna competenza, come del resto tutti quelli che si trovavano in quello che avrebbe dovuto essere un esperimento sociale e si è trasformato in un circo. Però lei ha accettato di farne parte, di vestire i panni di surreale guru, di stralunata opinionista.
Ma migliaia di genitori preferiscono che le loro bambine (e i loro bambini) si facciano le proprie opinioni guardando la forza, il sudore, l'impegno (e anche l'italiano corretto, durante le interviste, al contrario di molti colleghi maschi) di donne che fino a pochi mesi fa erano snobbate e che adesso riempiono gli stadi e fanno schizzare lo share.
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