Potrebbero contenere qualche risposta l'hard disk del computer che David Rossi utilizzava nel suo ufficio, a Rocca Salimbeni, e la copia forense di uno dei due suoi notebook personali. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, il materiale, martedì scorso, è stato inviato dalla Procura di Siena ai carabinieri del Racis, per analizzarne il contenuto.
Per il Corriere di Siena, l'obiettivo di questo nuovo studio è la ricerca di elementi utili alla ricostruzione delle ore precedenti la morte del capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, caduto misteriosamente da una finestra della sede centrale della banca, cinque anni fa, il 6 marzo 2013. Ufficialmente, e per due diverse inchieste, quello di David Rossi è stato un suicidio, ma la vicenda non è mai stata del tutto chiarita (in particolare per alcuni errori commessi nelle prime indagini).
Il contenuto potrebbe portare alla verità
La decisione della procura di inviare il materiale è arrivata dopo la richiesta degli avvocati che difendono i familiari di Rossi (in particolare il fratello Ranieri e la vedova, Antonella Tognazzi). Per gli inquirenti, dalle memorie dei computer del manager potrebbero emergere elementi importanti per identificare, definitivamente, autore materiale e orario delle mail inviate prima di morire all'allora amministratore delegato Mps Fabrizio Viola. Tra queste ci sarebbe anche la comunicazione del 4 marzo 2013, quando dal pc di Rossi venne inviato a Viola un messaggio inequivocabile: "Stasera mi uccido". Rossì morì dopo due giorni e il suo corpo venne ritrovato nel vicolo che costeggia la sede di Mps, proprio al centro della città toscana.
La vicenda giudiziaria con Viola
Il carteggio mail sarebbe anche al centro del processo intentato da Viola contro la vedova Rossi e il giornalista David Vecchi (all'epoca dei fatti inviato del Fatto Quotidiano). Secondo l'ex ad, i due sarebbero colpevoli di aver pubblicato i messaggi, violando la sua privacy. Vecchi e Tognassi sono stati assolti con formula piena. In quella circostanza, come riporta il Corriere di Siena, era stata acquisita, agli atti, la copia forense dei computer. Con il rischio, effettivamente corso, di perderla. La vedova di Rossi, infatti, nella puntata di Quarto Grado, andata in onda lo scorso venerdì, avrebbe dichiarato che, nei mesi scorsi, aveva chiesto la copia degli hard disk ricevendo sempre risposte negative.
Il materiale ritrovato
Di quelle memorie esterne, infatti, non sembrava esserci traccia, insieme al documento con cui la Guardia di Finanza, il 28 maggio 2013, aveva chiesto alla procura di Siena di tenere il computer e relative memorie per effettuare ulteriori indagini. I magistrati all'epoca titolari dell'inchiesta sulla morte del manager, invece, fecero il contrario, restituendo tutto ai familiari.
A rispondere agli avvocati dei parenti, il procuratore capo di Siena che è riuscito a reperire le copie andate perse ed è riuscito a trasmettere al raggruppamento investigazioni scientifiche dei carabinieri per fare le indagini richieste cinque anni fa dalle Fiamme Gialle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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