Cassazione: "Nelle celle il bagno a vista ​è un trattamento inumano"

La Corte: "Trattamento degradante anche se si tratta di celle singole"

Cassazione: "Nelle celle il bagno a vista ​è un trattamento inumano"

Il bagno a vista in cella può essere considerato tra i casi di "trattamento inumano e degradante", anche nel caso in cui la cella sia singola. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso di un detenuto, che aveva chiesto di essere risarcito, per le condizioni cui era stato costretto a vivere durante la reclusione, in vari carceri italiani.

L'uomo aveva sottolineato la mancanza di privacy, che comportava il bagno a vista, presente nella cella dove era stato rinchiuso nel carcere di Volterra. Il tribunale di Firenze, però, aveva giudicato "non rilevante" la mancanza di privacy, dato che al detenuto era stata destinata una cella singola. Ma l'uomo lamentava che "conformazione della cella e la scarsa altezza del muretto divisorio" non fossero conformi al trattamento umano, dato che dal corridoio poteva essere osservato. Inoltre, la presenza del bagno nello stesso ambiente del letto, provocava "carenze igieniche".

Oggi, la Cassazione ha annullato l'ordinanza precedente, rinviandola a giudizio, perché"l'assenza di una effettiva e completa separazione tra il locale-bagno e il resto della camera detentiva è fattore potenzialmente produttivo di un trattamento inumano o degradante".

Inoltre, in questo caso, non c'è alcuna differenza, tra una cella singola e una collettiva, per"questioni di decoro e igiene, oltre che per la probabilità di osservazione dall'esterno di quanto accade nello spazio che dovrebbe essere riservato". Ora, il tribunale di Firenze dovrà riesaminare il caso, verificando le condizioni di detenzione dell'uomo e accertando l'esistenza del bagno a vista nella cella singola.

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